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Quadro elettrico con cavi e tasselli
apposto sulla parete di Palazzo comunale
con vincoli monumentali: è polemica

OSIMO - L'indignazione è corsa sui social dopo la pubblicazione delle foto

Il quadro elettrico apposto vicino alla storica porticina dei facchini osimani

 

Un quadro elettrico, con gli interruttori di accensione per le varie esigenze natalizie, è stato apposto su una parete alla base della torre del Palazzo comunale di Osimo, dove fanno bella mostra di se reperti archeologici e materiale lapideo con decorazioni di epoca alto-medioevale. Un muro con vincoli di tutela storico-monumentale trattato come un muro di un cantiere. Polemiche e indignazione sono corse sui social. A sollevare la questione lo scrittore Carlo Nardi, residente del centro storico, a cui non è sfuggita la presenza «addirittura di un tassello piantato su uno di questi simboli antichi della città», ammirabili proprio vicino alla storica porta dei facchini, a fianco delle misure in ferro del braccio, del coppo e del mattone di età romana.

Le foto del quadro elettrico posizionato sulla parete del Palazzo comunale postate da Carlo Nardi sul gruppo Fb ‘Osimo Speaker’s Corner’

Nel dibattito che ne è scaturito Francesca Fei, archeologa di Roma ma nativa di Osimo, ha fatto osservare come quei quadri elettrici siano stati «attaccati ad un paramento murario tutelato dallo Stato e di indubbia importanza per la storia di Osimo. senza voler citare tutte le norme che vietano un intervento di questo genere (oltre al codice penale, al codice dei beni culturali e, da ultimo, il dpcm n. 88 del 14 aprile 2022 che riporta le linee guida per gli interventi in caso di lavori in aree di interesse archeologico) ricordo che è obbligatorio evitare qualsiasi opera a forte impatto visivo, che impedisca la visione completa dei manufatti storici».

Fei precisa inoltre che «i monumenti antichi non sono opere “morte” e immutabili: si possono adattare ai tempi senza cancellarne il loro aspetto originario, grazie a nuove modalità agili e attuabili, per aggiungere scopi più moderni alle loro antiche funzioni. È necessario però concordare gli interventi con la Soprintendenza, che non è uno spauracchio o un rallentatore di attività, ma l’istituzione che tutela le nostre preziose testimonianze del passato e che ci accompagna nel conservarle. In questo caso, penso che si potessero occultare o delocalizzare i cavi e i quadri elettrici, che purtroppo ora nascondono rare pietre decorate con motivi di epoca altomedioevale (catalogate, quindi sottoposte a tutela), provenienti da una chiesa demolita di piazza Boccolino, magari inserendoli in una struttura rimovibile (se lo scopo era forse quello di portare momentaneamente la corrente elettrica da qualche parte), senza danneggiare la muratura con tasselli, alloggiamenti, fili volanti ecc. Se questo “allestimento” invece risultassero essere definitivo, credo che l’Ispettore onorario per la tutela dei beni monumentali di Osimo, che non conosco, provvederà senz’altro a segnalarlo».

Sorpresa anche l’architetto Manuela Francesca Panini, presidente del Fai Ancona che ha espresso il timore che «la conseguenza grave al di là dell’azione che non doveva essere compiuta, è che dai fori creati possa entrare acqua che sfalderà la pietra generandone il collasso». Sul fronte politico, il consigliere comunale Stefano Simoncini (Liste civiche), ex sindaco di Osimo condanna la scelta dopo aver protocollato anche una interrogazione consiliare per fare chiarezza sulla vicenda. «Questo è il rispetto per dei reperti di epoca romana nella nostra città oramai vocata alle festicciole, ai mille concertini, alle discoteche fatte dalle finestre del palazzo comunale e non al rispetto della sua bi-millenaria storia» commenta Simoncini.

 

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