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«Una Osimo curata, pulita e vivibile»:
i progetti di Michela Glorio
per rendere più green la città

COMUNALI - La candidata sindaca del centrosinistra ha presentato stamattina il suo programma per il verde illustrando le idee sul recupero dell’ex lago da pesca di Campocavallo, sul bosco urbano per l'area dell'ex ospedale di rete a San Sabino, sulla riqualificazione del fosso di Offagna, su nuove ciclovie e marciapiedi. Francesco Leporoni, presidente della cooperativa Pro.mo.ter di Fabriano, come ospite ha offerto spunti di riflessione per nuove realizzazioni, anche quella di utilizzare i capannoni dismessi per produrre culture verticali biologiche e idroponiche da utilizzare nelle mense scolastiche

Michela Glorio con Francesco Leporoni durante la conferenza stampa trasmessa anche in diretta Fb

 

«Una Osimo curata, pulita e vivibile». Tre aggettivi per sintetizzare le tppe del percorso che Michela Glorio, candidata sindaca del centrosinistra, intende proseguire, dopo i 10 anni di mandato da assessore, per rendere in futuro ancora più green la città dei ‘senza testa’. Stamattina ne ha parlato in una conferenza stampa insieme a Francesco Leporoni, agronomo e presidente della cooperativa Pro.mo.ter di Fabriano che le ha offerto spunti di riflessione per nuovi progetti da realizzare. Sono tre le idee già formalizzate nel programma elettorale di Glorio. La prima è focalizzata sul recupero dell’ex lago da pesca di Campocavallo in oasi naturalistica grazie al finanziamento di 360mila euro riconosciuto al progetto da Cariverona. Il nuovo contesto verrà naturalizzato con la vegetazione autoctona e infrastrutture educative, punti di avvistamento della fauna e animato con una serie di attività didattiche. «Il lago si trova nelle vicinanze del fiume Musone e potrebbe svolgere la funzione naturale di cassa di espansione per tutte quelle volte che il fiume esonda invece di andare a spendere soldi per intervenire in una zona di per se’ sensibile – ha spiegato la candidata sindaca- Con il Centro di educazione ambientale ‘La Confluenza’ poi organizzeremo tutta una serie di attività». C’è anche la riqualificazione del fosso di Offagna «quello che confluisce nello Scaricalasino e che ha creato molte criticità nell’alluvione nel 2006 a Osimo stazione. Porteremo avanti questo progetto in un’ottica di mitigazione del rischio o comunque in un’ottica di prevenzione. Lo stesso criterio che abbiamo già adottato per molti altri fossi del nostro territorio comunale» ha spiegato Michela Glorio.

Nei piani rientra poi anche la piantumazione di nuovi alberi. «Negli ultimi cinque anni sono stati messi a dimora 3.500 alberi soprattutto ad Osimo Stazione – ha ricordato – che è una zona molto antropizzata con piccoli spazi di verde. Ecco perché vi abbiamo realizzato un bosco urbano che sta proprio al centro della frazione, vicino alle scuole e ai nuovi quartieri residenziali. La stessa cosa vorremmo realizzare a San Sabino, sull’area dell’ex ospedale di rete, sui cinque ettari di proprietà comunale. Servirà non solo a San Sabino ma a tutta la città come parco attrezzato con un piccolo centro visite dove esiste l’unico spazio di cubatura, tanti alberi». La candidata dei partiti e liste civiche del centrosinistra ha rammentato l’importanza della recente approvazione del nuovo Puc, che ha introdotto il concetto dell’agro-forestazione, per incentivare la presenza di spazi verdi anche privati. «La media nazionale dei parchi e dei giardini è di 32 mq pro capite, ad Osimo questo indicatore è molto più basso, siamo al 22 mq. circa e dobbiamo colmare questo gap anche perché più spazi verdi significano non solo più salute ma anche benessere e diminuzione della criminalità» ha concluso.

Michela Glorio non h tralasciato di ricordare l’importanza di realizzare marciapiedi ritenuti «viabilità alternativa ai veicoli che ci permette di affrontare senza difficoltà quei percorsi casa-scuola, casa-lavoro, casa-negozio per la spesa, in grado di alleviare anche di molto il traffico di una città». E così per le piste ciclabili, in gran parte già realizzate ma la rete può essere ampliata. La cura della città passa anche per la lotta al degrado. Tra gli ultimi accenni anche quello di un diverso modo di potare le alberature della città («in questi 10 anni abbiamo iniziato a togliere la motosega e ad usare di più le forbici»), in gran parte già censite sul territorio comunale come i fossi, a come sono state gestite la limitazione delle popolazione dei piccioni e le derattizzazioni.

Francesco Leporoni ha posto invece l’accento sull’importanza di pianificare prima di agire. Con gli esperti della sua cooperativa si occupa appunto di riqualificazione ambientale e degli interventi per prevenire il dissesto idrogeologico, favorire il miglioramento forestale. «Suggerirei sicuramente la redazione di un Piano del Verde – ha sottolineato l’agronomo – perché consente a un’Amministrazione comunale innanzitutto di conoscere perfettamente quelle che sono le sue proprietà che poi vengono suddivise in categorie gestionali per archi e giardini, verde residenziale, verde scolastico, verde cimiteriale. Prevede anche il censimento delle alberature cittadine che permette una prima indagine visiva per valutarne l’eventuale stato patologico e gli interventi di manutenzione o straordinari (potature e abbattimenti) e anche la realizzazione di nuove aree verdi. Poi andrà fatto un monitoraggio di tutte quelle che sono le aree suscettibili a problemi di dissesto idrogeologico con uno studio di fattibilità e che consente di attivare tutta una serie di interventi e di accordi ambientali come è successo per il fosso di Offagna» .Leporoni ha inoltre ricordato che Osimo è un Comune virtuoso sul fronte della raccolta differenziata e delle ciclovie per favorire la mobilità eco-sostenibile dolce, «magari ripristinando sentieri anche tematici – ha detto – o che si prestano a una valorizzazione turistica e questo si può fare attingendo ai numerosi finanziamenti che vi sono a livello nazionale e regionale. Si può pensare anche a una riqualificazione delle aree industriali dismesse dove magari capannoni potrebbero essere utilizzati per produrre le culture verticali e idroponiche, prodotti biologici che poi possono essere magari anche utilizzati nelle mense scolastiche» ha concluso l’ospite di Michela Glorio.

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