Ha avuto delle minacce telefoniche al termine di un incontro di basket. Protagonista, il vicepresidente di una squadra che milita nel campionato di serie D regionale.
Le stesse, venivano rivolte anche ad un altro collaboratore e l’autore di tutto ciò era un dirigente della squadra avversaria: un 53enne jesino.
Tutto ciò aveva avuto inizio a seguito di quanto accaduto la sera del 20 dicembre scorso, in una palestra di Jesi, dove si svolgeva una sorta di derby tra due squadre di pallacanestro.
Durante la partita tutto è andato liscio ma a fine incontro, dopo le 23, fuori dalla palestra in cui si era svolta la competizione, un gruppetto sparuto di tifosi della squadra perdente avrebbe aggredito verbalmente il tesserato 16enne, figlio di un dirigente della squadra avversaria.
Aggressione verbale che sarebbe avvenuta fuori dall’impianto, a partita ultimata, ma della quale non si aveva riscontro. Ecco però che il dirigente ha additato come diretti responsabili dell’accaduto il vice presidente ed il collaboratore della squadra perdente, offendendoli, denigrandoli e diffamandoli tramite Social. Non pago di ciò, nei loro confronti anche minacce di morte tramite vocali inviati con Whatsapp, palesando apertamente l’intenzione di investirli con l’auto.
Anche nei messaggi postati su Facebook si leggeva «Se ti vedo ti ammazzo di botte a te e a tutti i tuoi tifosi, ti acchiappo sotto con la macchina… non farti vedere in giro, ti butto giù tutti i denti…fate schifo vergognatevi, vi aspetto davanti al Pepito. Ve la siete presa con un ragazzino di 16 anni, vi ammazzo tutti tanto vi conosco tutti…».
Inoltre, veniva filmato in strada nei pressi del circolo Bocciofila di Jesi, a poche centinaia di metri dalla palestra, luogo di ritrovo di tifosi, urlando e sbraitando con una spranga di ferro in mano. In merito a ciò giungevano chiare segnalazioni da parte dei cittadini. Le indagini, portate avanti dai poliziotti del Commissariato hanno consentito di raccogliere elementi indiziari nei confronti del dirigente della squadra avversaria protagonista di tale exploit che, convocato in Commissariato, è stato denunciato per minacce gravi.
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