Giorno del Ricordo, il sindaco Silvetti:
«Abbiamo il dovere di tramandare
valori che sono di tutti»

ANCONA - La celebrazione si è svolta alla Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche. Al Porto antico è stata scoperta una targa affissa sulla già esistente panchina rossa, in memoria di Norma Cossetto

Si è svolta questa mattina alla Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche la celebrazione della Giornata del Ricordo, con la cerimonia della deposizione della corona in memoria delle vittime e il successivo incontro all’interno della facoltà.
Celebrazione avvenuta alla presenza dei rappresentanti delle associazioni degli Italiani di Pola e Istria, libero Comune di Pola in esilio, Unione degli Istriani, associazione Fiumani italiani nel mondo, associazione Nazionale Venezia Giulia, delle autorità politiche, civile e militari e di una classe degli studenti delle Scuole Donatello.
«Non siamo qui per un dovere istituzionale, in ottemperanza della legge che istituisce il Giorno del ricordo – ha chiarito il sindaco Daniele Silvetti – ma per un dovere morale, per divulgare il senso stesso di questa legge, evitando distorsioni e tendenze a sminuirne la portata. Abbiamo il preciso dovere di riportare nel solco giusto e autentico lo spirito che ha mosso il legislatore. Deporre una corona – ha proseguito rivolgendosi agli studenti – significa ricordare a tutti le sofferenze subite da tanti italiani, di tanti esuli che la nostra città, all’epoca non ha saputo accogliere in modo esemplare. Ancona si è poi riscattata nel tempo fino ai giorni nostri, accogliendo nel suo territorio chi ha bisogno di aiuto. La Storia purtroppo si ripete anche in modo vergognoso. Alle giovani generazioni abbiamo il dovere di tramandare valori che non sono né di destra né di sinistra, sono di tutti».

Citando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e precedenti capi di Stato, il preside della Facoltà di Economia che da anni ospita la celebrazione, il prof Stefano Staffolani ha espresso una condanna dei nazionalismi esasperati quali veicoli di sopraffazione e conflitti.
Da parte sua il prefetto Maurizio Valiante ha richiamato la necessità di «perpetuare la memoria della sofferenza causata per mano dell’uomo che non ha colore né ambito geografico. Non ci può essere un futuro comune tra i popoli se non c’è rifiuto dell’intolleranza e superamento di barriere politiche ideologiche».
Un messaggio di grande intensità è arrivato da Giuliana Sivocci e da Luciano Hinna, discendenti di esuli di quelle terre, in rappresentanza delle associazioni coinvolte: «non ho mai sentito parole di odio dai miei genitori – ha detto la prima – anzi mi hanno sempre insegnato a rispettare le idee diverse dalle mie. Ad essere libera perché quando si è liberi si rispettano anche le idee degli altri. Dobbiamo continuare ad attenzionare le generazioni su quanto è successo, ricordando la forza di tutti quegli italiani doppiamente tali, come ricorda la lapide di Basovizza».
Partendo da informazioni raccolte da un diario materno scoperto anni fa, Hinna ha tratto il dovere di ricordare e tramandare incessantemente quanto accaduto: «l’opera di testimonianza e divulgazione – ha detto – è essenziale per onorare le vittime, per tramandare la verità storica evitando negazionismo e giustificazionismo. La violenza- ha sottolineato rivolto agli studenti – non si giustifica mai».

Dal Capitano Franco Rismondo
, parole vibranti per richiamare l’effettiva tragedia vissuta dagli italiani nel confine orientale e il complesso iter del riconoscimento e della corretta conoscenza storica, anche negli anni successivi alla legge di 2004. Valentina Conti, vicepresidente dell’Istituto Storia Marche ha illustrato agli studenti la complessa vicenda storica, sostenendo una visione che nell’accettazione e nel riconoscimento della memoria propria e altrui, in una terra divisa in antagonismi incandescenti può trovare oggi una riconciliazione, nel nome del ricordo di quanto è stato.
Le conclusioni ad opera del consigliere regionale Marco Ausili che ha ringraziato le associazioni che hanno portato una testimonianza concreata e reale: «un momento come quello di oggi – ha sottolineato – deve essere un momento in cui si ragiona su una memoria condivisa. Se non c’è la condivisione i popoli zoppicano nel cammino travagliato della Storia. Non ci può essere un futuro – ha concluso rivolgendosi ai ragazzi – se ci distacchiamo dal passato».

La celebrazione della Giornata sono continuate nel pomeriggio al Porto antico, nei pressi della Portella Santa Maria, a cura dell’assessorato alle Pari Opportunità, dove è stata scoperta una targa affissa sulla già esistente panchina rossa, in memoria di Norma Cossetto, studentessa istriana, catturata e imprigionata, violentata, seviziata e infine gettata in una foiba.
A dare voce al dramma delle tante vittime delle rappresaglie di quel periodo, il noto attore e doppiatore marchigiano, direttore di scuole di doppiaggio, Luca Violini, affiancata da esecuzione di brani musicali da parte della violinista Giannina Guazzaroni dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana.

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