L’attesa al pronto soccorso “è troppo lunga”,
danneggia la porta del triage:
40enne denunciato

JESI - Il personale sanitario era impegnato con pazienti ben più gravi ma l'uomo non voleva sentire ragioni. Sul posto sono accorsi i carabinieri

I carabinieri sono intervenuti al pronto soccorso del Carlo Urbani

Secondo lui, l’attesa al pronto soccorso era troppa e il personale era eccessivamente lento nel prestargli le cure.
Così l’uomo, un 40enne residente fuori provincia e già noto alle forze dell’ordine, è andato su tutte le furie e ha danneggiato la porta di ingresso del pronto soccorso del Carlo Urbani di Jesi.
Il personale sanitario del pronto soccorso, che era in realtà particolarmente impegnato nel prestare assistenza a pazienti molto più gravi, vedendo lo stato di agitazione dell’uomo che non accennava a placarsi, si è visto costretto a richiedere l’intervento dei carabinieri.

I militari, giunti sul posto, hanno riportato alla calma e identificato il 40enne constatando che, in preda ad un irrefrenabile e ingiustificato stato di rabbia e lamentando un dolore ad una gamba, aveva danneggiato la porta di ingresso della sala di attesa del triage, rompendo la serratura elettrica e il battente.
Gli accertamenti svolti dai militari hanno inoltre permesso di appurare che l’uomo non era nuovo a simili episodi di violenza tanto che risultava aver fatto precedentemente la stessa cosa anche negli ospedali di Fermo e di Porto San Giorgio.

Per il 40enne è scattata la denunciato per il reato di danneggiamento aggravato, che prevede specifici inasprimenti delle sanzioni proprio per contrastare simili episodi ai danni delle strutture sanitarie e del personale sanitario, che ultimamente si registrano con crescente incidenza.
Nei suoi confronti è partita anche la proposta di foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune di Jesi.
Ovviamente, non c’erano assolutamente emergenze legate ai tempi di attesa al pronto soccorso, che continuava e continua nel suo operato di normale attività di presa in carico dei pazienti. Il tutto era legato ad una condizione di alterazione psicofisica.

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