Mimit, Electrolux conferma
i cinque stabilimenti:
i sindacati chiedono tavolo di settore

ROMA – Ieri il vertice al Ministero per monitorare situazione e prospettive di investimento. Preoccupazione per il sito di Cerreto d’Esi dove nel 2025 non sembra prevista crescita della produzione

Il vertice di Eletcrolux al Mimit

 

Un aggiornamento sulla situazione degli stabilimenti Electrolux Group in Italia e sulle prospettive di investimento per garantire la produzione nazionale di elettrodomestici e la relativa occupazione. Con questi obiettivi si è svolto ieri pomeriggio a Palazzo Piacentini l’incontro convocato su indicazione del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso, al quale hanno partecipato Electrolux Group, rappresentanti delle Regioni Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Lombardia e le organizzazioni sindacali.

«Durante il confronto, l’amministratore delegato di Electrolux Italia, Massimiliano Ranieri, ha ribadito il ruolo centrale dell’Italia nella strategia aziendale. – fa sapere una nota del Mimit – Il gruppo, in quest’ottica, ha manifestato la volontà di presentare alle parti sociali e alle istituzioni un piano di sviluppo per le attività sul territorio nazionale che prevede progetti industriali e di Ricerca & Sviluppo in tutti gli stabilimenti e centri di ricerca presenti sul territorio – a Susegana, Porcia, Solaro, Forlì e Cerreto d’Esi – con l’obiettivo di rafforzare le capacità tecnologiche e produttive per la realizzazione di elettrodomestici innovativi e sostenibili, fabbricati in Italia».

Il Mimit, nel prendere atto di quanto comunicato dall’azienda e in attesa di avere maggiori dettagli del piano, ha espresso «la propria disponibilità a supportare Electrolux Group in un percorso di valorizzazione della propria realtà produttiva e di salvaguardia dei livelli occupazionali». Un nuovo tavolo sarà convocato appena vi saranno elementi di dettaglio utili per favorire un confronto con le rappresentanze sindacali e le istituzioni.

Le sigle sindacali chiedono comunque il tavolo di settore. C’è preoccupazione in particolare per lo stabilimento di Cerreto d’Esi, l’unico dove non è prevista per il 2025 un crescita della produzione che si attesterebbe sulle stesse quantità di cappe aspiranti da cucina dell’anno scorso e doe dallo scorso autunno si sta utilizzando il contratto di solidarietà. «La Direzione Electrolux ha illustrato la difficile situazione che sta attraversando ed ha accennato al futuro piano per l’Italia. A detta di Electrolux, la grave situazione internazionale ha influito negativamente a partire dal 2022 sulle dinamiche di mercato. In particolare in Europa il mercato degli elettrodomestici è sceso al livello di oltre dieci anni fa e il 2025 offre segnali di risalita deboli, ad essere calato è anche il prezzo medio delle apparecchiature vendute. – scrivono in un comunciato a firma congiunta le Segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm – Al contempo è diventata sempre più agguerrita la concorrenza cinese. Tuttavia in Italia negli ultimi sei anni il livello di investimenti è rimasto sempre alto, in media circa 90 milioni di euro annui. In generale si è investito molto in processo e automazione. Nel 2025 i volumi sono previsti in crescita a 644 mila dai 566 mila dello scorso anno, grazie al guadagno di quote di mercato; gli investimenti si attesteranno a 72 milioni di euro. Quanto al prossimo futuro, Electrolux ha asserito che, dopo un confronto col Mimit, è stato elaborato un piano per l’Italia che prevede il mantenimento di tutti gli stabilimenti e nuovi investimenti. Tuttavia non si è andati oltre l’anno in corso, né si è entrati davvero nel merito».

A detta della Direzione aziendale, i fattori chiave da affrontare sono la necessità di efficientamento continuo delle produzioni, il supporto alla attività di R&D, il contenimento del costo della energia, la ragionevolezza dei regolamenti europei. «Come sindacato abbiamo chiesto di esplicitare il piano industriale, per cercare di addivenire a un vero e proprio rilancio soprattutto se ci sarà possibilità di supporto pubblico. Inoltre chiediamo la continuità del tavolo di settore che assuma le determinazioni necessarie a risolvere i punti deboli del sistema paese» concludono le organizzazioni sindacali.



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