Due anni e mezzo di reclusione. E’ la pena decisa questa mattina dal gup Francesca De Palma per un 60enne anconetano, finito a giudizio per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali nei confronti dell’ex moglie. Si procedeva con il rito abbreviato. I fatti abbracciano un arco di tempo consistente, dato che l’imputazione parte dal 1995. E’ dal 2010 però, anno della riconciliazione della coppia dopo una prima separazione, che le vessazioni sarebbero state più frequenti, poi denunciati la scorsa primavera alla Squadra Mobile della questura. Stando a quanto contestato, nei confronti della donna ci sarebbero stati insulti, ingiurie ma anche percosse: strattonamenti, la testa sbattuta contro una mensola e il sedere della moglie colpito con un bastone. Prima della riconciliazione, l’uomo – non rassegnato alla temporanea separazione – è accusato di aver tirato un sasso contro il vetro della finestra dell’abitazione degli ex suoceri e di aver fatto pervenire alla donna dei foglietti pieni di insulti e con frasi oscene. I maltrattamenti e gli insulti, per la procura, sarebbero stati anche rivolti dall’imputato ai due figli. Sarebbero stati proprio loro a rivolgersi ai poliziotti, facendo mettere in moto le indagini. Indagini che hanno portato a maggio 2021 alla misura del divieto di avvicinamento del 60enne alle vittime, provvedimento tuttora pendente. L’uomo, che rigetta le accuse, è difeso dall’avvocato Michele Zuccaro. Ricorrerà in appello. Era stato chiesto al gup di procedere con l’abbreviato condizionato a una relazione psichiatrica, ma l’istanza è stata rigettata. La donna era parte civile con l’avvocato Irene Pastore.
(fe.ser)
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