facebook rss

Incompiute di Pietralacroce:
i soci beffati di Coopcasa Marche
si costituiscono in associazione

ANCONA - Una cinquantina di famiglie si uniscono per rivendicare i loro diritti. Intanto un'ordinanza del sindaco dispone la rimozione per motivi di sicurezza di una delle gru ferme da 5 anni e che restano sospese sulle palazzine abitate

Le palazzine mai terminate a Pietralacroce (foto d’archivio)

Incompiute di Pietralacroce, i soci beffati di Coopcasa Marche si costituiscono in associazione per rivendicare quanto gli spetta. Intanto un’ordinanza del sindaco dispone, per motivi di sicurezza, la rimozione di una delle tre gru ferme da 5 anni, che continuano però ad incombere sull’area di fronte al Forte Altavilla.

Sono circa una cinquantina le famiglie che si sono unite per vedersi riconosciuto il diritto alla casa. La decisione è stata formalizzata ieri sera (20 settembre) quando i soci sono tornati a riunirsi dopo la pausa estiva e dopo aver incontrato il sindaco Valeria Mancinelli lo scorso giugno. Ad unirsi, in particolare, coloro che hanno pagato l’intero costo dell’appartamento sul quale, però, hanno scoperto pende un’ipoteca. Molte e variegate sono infatti le situazioni che si sono create nel tempo nell’area Apl4 Altavilla, un mix di edilizia popolare, convenzionata e privata. La situazione del complesso residenziale è precipitata dopo il fallimento della cooperativa Coopcasa Marche ed anche dell’impresa Lanari, proprietaria di alcuni lotti nella zona. I crac a catena hanno mandato in fumo i risparmi di una vita di molti e lasciato sul terreno incompiute ed abbandono.

A riportare l’attenzione sul caso, alcuni mesi fa, un’interrogazione del deputato anconetano Piergiorgio Carrescia. Poi l’incontro con il sindaco che si è schierato al fianco delle famiglie beffate così come il presidente di Legacoop Marche, Gianfranco Alleruzzo, affinché si esca dall’impasse e si riesca a trovare una soluzione. Ma nei mesi nulla è cambiato, nonostante molte famiglie abbiano messo il loro caso nelle mani di legali. Ora l’azione congiunta insieme agli altri dannati dell’Apl Altavilla per aumentare la loro forza e far sentire la loro voce. Sono una circa 50 le famiglie che vivono in condizioni precarie in un cantiere ancora aperto ed abbandonato, in appartamenti privi di strade di accesso e sui quali incombono minacciose vecchie ed imponenti gru ferme da oltre 5 anni, rispetto alle quali si sono sollevati dubbi di sicurezza. Non a caso il sindaco con un’ordinanza ha disposto la rimozione di una delle tre strutture ancora montate nel cantiere.

(A. C.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X