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L’ombra del piromane dietro
l’incendio dell’altare
del Sacramento

ANCONA – Sull’ara non sono stati trovati lumini elettrici o candele, fattore che porta gli inquirenti sulla pista del gesto intenzionale. A lanciare l’allarme è stato Antonio Budano, ex titolare del “Re del Formaggio”, che con un estintore ha spento le fiamme assieme a Giorgio Pavani, il cui negozio confina con l’ingresso della chiesa

L’ingresso della chiesa del SS. Sacramento

 

Sarebbe di origine dolosa il rogo scoppiato questa mattina su uno degli altari secondari della chiesa dal Santissimo Sacramento. A portare gli investigatori su questa pista è il fatto che sull’ara non fosse presente alcuna candela o lumino elettrico al momento dell’innesco delle lingue di fuoco. «All’inizio ho pensato a un corto circuito, ma poi ho visto che non c’era nulla che potesse provocare un incendio. Evidentemente, è stato qualcuno» racconta Antonio Budano, ex titolare dello storico negozio “Il Re del Formaggio”. È stato l’ex commerciante il primo a lanciare l’allarme e correre da Giorgio Pavani, la cui attività, la Lay-Line, si trova a neanche 5 metri dall’ingresso principale della chiesa. «Con l’estintore abbiamo spento le fiamme che si stavano propagando sul lato destro e sinistro del lenzuolino appoggiato sull’altare. Per fortuna, è andata bene». Quando i pompieri sono arrivati sul posto, il rogo era totalmente domato. Ad intervenire, anche gli agenti della Digos. Il sospetto è che  un vandalo possa essere entrato di soppiatto per poi appiccare le fiamme. Una dinamica non molto diversa da quella che aveva portato all’incendio dell’altare della chiesa di Varano lo scorso settembre. Al Santissimo Sacramento, il rogo è stato innescato poco prima di mezzogiorno. «Appena sono entrato – ricorda Budano – ho visto subito le fiamme invadere le estremità dell’altare posizionato nella parte destra della chiesa. Mi sono impressionato, ma immediatamente  sono corso fuori per raggiungere il negozio di Giorgio. Aveva un estintore, così siamo abbiamo domato le fiamme. Non erano altissime, credo proprio che fossero state accese cinque minuti prima del mio arrivo». In mattinata si era celebrato un funerale. Tutti gli incensi, però, erano stati spenti con cura. «E sull’altare – precisa l’ex commerciante – non ho visto candele o lumini elettrici. Quindi, credo che il rogo possa essere stato provocato da qualcuno».

Giorgio Pavani in una foto d’archivio

«All’inizio – afferma Pavani – pensavo potesse trattarsi di qualche cero rimasto acceso dopo la celebrazione delle esequie. Poi, invece mi sono reso conto che l’altare era vuoto. Più che le fiamme, l’incendio ha sprigionato molto fumo, perché il lenzuolino era plastificato». Ora, la Digos cercherà di estrapolare le immagini delle telecamere installate in centro per cercare di dare un volto a colui che potrebbe essere un piromane seriale.

(servizio aggiornato alle 16.35)

 

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