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Aree vaste, coperta troppo corta
per il consigliere Andrea Giombi
«Serve un’area montana»

FABRIANO - Il consigliere comunale chiede se la giunta Santarelli voglia essere capofila per una nuova divisione dei servizi sanitari sui territori, che nell'attuale suddivisione si litigherebbero le risorse per i servizi essenziali come "nella metafora dei capponi di Renzo nei Promessi Sposi"

 

L’ospedale di Fabriano

 

di Sara Bonfili

Un’immagine letteraria di memoria comune, quella dei capponi donati da Renzo all’Azzeccagarbugli, chiude l’interpellanza del consigliere Andrea Giombi sulle aree vaste: il mal comune – in questo caso della ristrettezza delle risorse sanitarie – non farebbe collaborare le varie zone marchigiane, ma le metterebbe le une contro le altre. La interrogazione del consigliere nasce dalla polemica sull’incontro “a porte chiuse” dell’Area Vasta 2 a cui sarebbero stati cacciati, dal sindaco di Sassoferrato Pesciarelli, esponenti politici e comitati. Il consigliere comunale giudica la cosa “nel merito” e critica le distribuzioni dei servizi sanitari nelle Aree Vaste: “intollerabile che il servizio sanitario debba essere suddiviso e distribuito tra la costa e il nostro territorio montano”. “Il nostro Statuto regionale – spiega Giombi – prevede che il servizio sanitario debba essere ‘equamente distribuito’ e tale obbligo statutario non può essere adempiuto fino a quando il nostro diritto alla salute dovrà essere suddiviso con la costa regionale”.

Andrea Giombi a destra in un’immagine d’archivio accanto Arteconi, Fabriano Progressista

“Per tali ragioni – continua  – abbiamo protocollato atti comunali al fine di ottenere che l’Autorità comunale faccia tutto il possibile per provare ad ottenere un nuovo disegno delle aree vaste, per provare ad affermare la necessità di una area vasta montana in cui il nostro Comune faccia da capofila”. L’interpellanza protocollata lo scorso ottobre chiede al Comune di farsi capofila nella zona appenninica per proporre una rideterminazione delle aree vaste, partendo dal presupposto che “la dislocazione delle aree vaste così come è attualmente comporta una suddivisione territoriale nella quale l’area montana è di fatto subordinata alla esigenze della popolazione lunga la costa, violando di fatto i principi di equa distribuzione così come formulati nelle normative citate” (Statuto della Regione Marche, artt. 4.7, 5.1, 5.2). La suddivisione attuale delle Aree Vaste, secondo il consigliere comunale, metterebbe in forse il servizio per le aree montane, metterebbe “pericolosamente in discussione l’esistenza di interi reparti”, e renderebbe intollerabile che l’una o l’altra zona, montana o costiera debbano litigarsi servizi essenziali “alla stregua della metafora rappresentata dai capponi di Renzo nei Promessi Sposi”. Vedremo se gli effetti della sentita interpellanza di Giombi avranno una forza pari a  quella della riuscita metafora manzoniana, di scolastica memoria.

 

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