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Pd, la direzione regionale
conferma i candidati:
30mila euro per il “posto sicuro”

Da sinistra, Silvana Amati, Piergiorgio Carrescia, Emanuele Lodolini

di Federica Nardi

Finita la consultazione del direttivo regionale, ora i nomi dei papabili del Partito democratico per le elezioni passeranno al vaglio dell’assemblea nazionale. Riunione blindata ieri sera ad Ancona (i telefoni sono rimasti fuori dalla porta) e nessun voto sulla lista dei possibili candidati (di cui una decina secretati) che nei prossimi giorni passerà al vaglio dell’assemblea nazionale, convocata per venerdì alle 10. Entro domenica la decisione definitiva. L’apertura alla società civile, sollecitata dal segretario nazionale Matteo Renzi, da quello che emerge non c’è stata. La lista regionale ha ratificato la scelta dei circoli provinciali. Ma non è vincolante, e a Roma le carte in tavola potrebbero cambiare nuovamente. Di certo c’è solo il prezzo da pagare per chi si candida e vince: 30mila euro per le liste proporzionali (dove è molto più facile essere eletti) e 15mila euro per i collegi uninominali (più rischiosi). Il Pd – come anche Forza Italia – chiede insomma 30mila euro per un posto in lista considerato sicuro. 

Per Macerata il direttivo provinciale aveva indicato due giorni fa Francesco Comi, segretario dem regionale, la deputata Irene Manzi e la consulente in Regione Sara Giannini. Quest’ultima indicata anche dall’assemblea del Pd ascolano. Una terna che è finita nella lista regionale. Così come su Ancona i nomi noti sono quelli dei deputati Emanuele Lodolini e Piergiorgio Carrescia (ben visto anche nel Maceratese) e della senatrice Silvana Amati. Per la Amati sarebbe il quarto mandato, ma la sua proposta per riempire con un nome forte la casella del territorio Fano-Senigallia sembra destinata ad uno degli alleati, tra verdi-socialisti (Carrabs o Boris Rapa) o popolari (Il consigliere regionale di Marche 2020 Mirco Carloni?). Per Fermo Paolo Petrini e Francesco Verducci. A Pesaro Camilla Fabbri, Alessia Morani e Margherita Pedinelli. Ad Ascoli Antimo Di Francesco. Ieri a presentare i nomi sono stati i singoli segretari provinciali, che poi, senza votazioni, li hanno passati a Marco Marchetti, deputato incaricato di comporre le candidature per le Marche. Ma una decina di papabili sono stati tenuti top secret. Una scelta precisa per tenere i nomi lontano dagli occhi della stampa. Il motivo è che ora Marchetti porterà la lista a Roma, dove le carte in tavola potrebbero cambiare anche radicalmente a seconda della necessità di composizione dei collegi. Molte le variabili da tenere in considerazione: la composizione di genere, la rappresentatività delle diverse correnti, gli alleati. C’è anche l’ipotesi, remota ma non impossibile, che la segreteria nazionale indichi nei collegi nomi al di fuori della lista del direttivo regionale. Ad esempio quelli di Lucia Annibali e di Flavio Corradini (anche se il nome dell’ex rettore Unicam ieri non è stato fatto). Che l’ex premier, specialmente nel caso della Annibali, vorrà quasi sicuramente in lista per dare voce alla società civile ignorata invece nelle consultazioni locali.

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