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Nessuno spazio pubblico
a partiti neo fascisti:
Ancona approva all’unanimità

ANCONA – Il Consiglio comunale ha accolto la proposta dei consiglieri Sel Rubini e Crispiani ed un testo proposto dalla maggioranza che toglie dalla campagna elettorale due sale istituzionali dalla disponibilità di tutti i partiti

 

Il raid razzista di Macerata e una campagna elettorale sempre più violenta accendono il dibattito in Consiglio comunale. Il Comune di Ancona prende posizione e lo fa all’unanimità: niente più spazi pubblici concessi a partiti e associazioni dichiaratamente neo fascisti. Inoltre, vengono tolte dalla disponibilità di tutti i partiti le sale del Consiglio comunale di Palazzo degli Anziani e l’ex sala del Consiglio comunale di Palazzo del Popolo in largo XXIV Maggio per i comizi elettorali. Si mette così fine alla polemica delle due sale istituzionali del Comune di Ancona richieste da partiti ammessi alle liste elettorali, nonostante si dichiarino neo fascisti. Due gli atti approvati dal Consiglio comunale: il primo all’unanimità dei 29 consiglieri presenti, il secondo con la sola astensione di Daniele Berardinelli. La mozione proposta dai consiglieri Sel Rubini e Crispiani impegna chiunque richieda l’occupazione di uno spazio pubblico, sala o suolo che sia, a sottoscrivere un una dichiarazione di rispetto della legge Mancino e della XII disposizione transitoria della Costituzione. In pratica chi chiede l’uso di uno spazio pubblico si impegna a non propagandare o riconoscersi nell’ideologia fascista. L’ordine del giorno della maggioranza invece toglie dalla disponibilità della campagna elettorale due sedi istituzionali. “I messaggi di odio e violenza, se lanciati da sedi istituzionali riconosciute, accrescono loro potenzialità negativa, perché in qualche misura vengono legittimati e accreditati dal luogo che li ospita” ha spiegato il sindaco Valeria Mancinelli. “Così abbiamo tenuto insieme due cose importanti e non facili: il gesto politico e ideale forte, con il rispetto della legge 515 del 1993, altro valore fondante della Costituzione” ha spiegato Mancinelli, citando la legge che consente a tutti i partiti ammessi alle elezioni di poter richiedere l’uso di spazi pubblici. Da parte del consigliere Rubini si esprime la “piena soddisfazione per un risultato politico importante, che finalmente dichiara apertamente il Consiglio comunale di questa città e l’amministrazione totalmente contraria ad ogni manifestazione razzista, fascista e di intolleranza, non più disponibile a concedere l’utilizzo di sale e luoghi pubblici a chi non si allineerà ai valori della Costituzione”. Un errore per Berardinelli invece vietare l’uso delle due sedi istituzionali. “Un errore clamoroso il diniego delle sale, che rischia di mettere il bavaglio non solo a chi è fascista” spiega il consigliere comunale, che ha motivato così l’astensione sull’ordine del giorno della maggioranza.

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