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Pamela, sentiti altri 2 testimoni
Il gip sul quarto indagato:
«Ruolo non privo di ombre»

ORRORE A MACERATA - Proseguono le indagini sul delitto della 18enne romana. Ascoltate due persone che potrebbero fornire ulteriori elementi utili alle indagini e che sono state raggiunte dai carabinieri allo stadio dei Pini. Nell'ordinanza di custodia per Desmond Lucky e Lucky Awelima il giudice si sofferma anche sulla quarta persona iscritta nel registro degli indagati

Da sinistra: Lucky Awelima, Innocent Oseghale, e Desmond Lucky

di Gianluca Ginella

Due persone sentite in caserma dai carabinieri per alcune ore. Proseguono le indagini sulla morte di Pamela Mastropietro. Si tratta di persone informate sui fatti e che i carabinieri oggi hanno raggiunto allo stadio dei Pini di Macerata per poi portare in caserma dove sono state sentite con la presenza dell’interprete. Anche in questo caso si tratta di stranieri e di persone che potrebbero essere a conoscenza di elementi utili alle indagini, non si tratta comunque di altri indagati.

Il luogo del ritrovamento dei trolley

Altro aspetto invece, che in questo caso emerge dall’ordinanza con cui il giudice Giovanni Manzoni ha disposto la custodia cautelare in carcere per Desmond Lucky, 22 e Lucky Awelima, 27, indagati, insieme a Innocent Oseghale, 29, per l’omicidio della 18enne romana, riguarda il ruolo del quarto nigeriano che è stato iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto per consentire accertamenti come il rilievo dell’impronta del piede. Ruolo che il giudice dice «non appare allo stato privo di ombre». L’uomo, un 39enne, ospite del Gus, ha avuto dei contatti telefonici con Innocent Oseghale il 30 gennaio. In particolare avrebbe riferito che Oseghale lo aveva chiamato tra le 11 e le 12 di quel giorno e che il 29enne gli aveva detto di essere con una ragazza. Ragazza che, stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti era Pamela Mastropietro che Oseghale aveva incontrato ai Giardini Diaz.

Pamela Mastropietro

Successivamente verso le 17,30-17,50 circa Oseghale lo avrebbe richiamato per dire che era da solo e la ragazza che stava con lui era sul letto priva di sensi e non sapeva che fare e lui gli aveva detto di chiamare una ambulanza. Il giorno dopo lo aveva richiamato e Oseghale gli aveva detto che la ragazza si era ripresa e se n’era andata. Questo stando alle dichiarazioni rese dall’uomo che però lasciano qualche dubbio nel giudice che dice si tratta di «dichiarazioni che provengono da soggetto la cui posizione appare non esente da sospetti». E cita 138 contatti avuti dal 39enne con Oseghale dal primo dicembre al 31 gennaio e dice che il 30 gennaio l’uomo ha con lui «plurimi contatti che inizialmente lo stesso ha negato».

Pamela, ecco l’ordinanza del giudice: autopsia, telefoni e contraddizioni i cardini della custodia in carcere

 

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