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Pronto soccorso: abbattere
i tempi di attesa in un anno
con il piano studiato da Roche

ANCONA - La nuova organizzazione del reparto di Ospedali Riuniti ispirata al "management snello" taglierà del 40% i minuti in sala d'aspetto, oggi in media 87. Il dg Caporossi: «La nuova metodologia già avviata ad Oncologia ed Ematologia dove abbiamo raggiunto una precisione svizzera tra appuntamento ed erogazione della prestazione»

da sinistra, il direttore di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza, Aldo Salvi, il dg di Ospedali Riuniti, Michele Caporossi, la direttrice di Oncologia, Rossana Berardi

 

 

di Agnese Carnevali

(foto Giusy Marinelli)

Un nuovo tipo di organizzazione, più snella (il così detto Lean Management) per migliorare la risposta assistenziale e sanitaria. È il nuovo piano strategico, messo a disposizione da Roche Italia, adottato da Ospedali Riuniti, in via sperimentale in quattro reparti: Oncologia, Ematologia, Pronto Soccorso e Radiologia, con il supporto trasversale della farmacia. Già avviato ad Oncologia ed Ematologia «dove siamo arrivati ad una precisione quasi svizzera tra appuntamenti ed erogazione delle prestazioni» afferma il direttore generale di Ospedali Riuniti Michele Caporossi, l’obiettivo per il pronto soccorso, a fronte di un aumento consistente degli accessi, è «la riduzione del 40% dei tempi di attesa da qui ad un anno» dichiara Caporossi. Come? A spiegarlo è il direttore di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza, Aldo Salvi. «Con alcuni interventi sul processo di pronto soccorso che attualmente si sviluppa in triage, visita, richiesta di consulenza ed eventuale dimissione o ricovero. L’obiettivo − illustra −, trasformare il tempo di attesa post triage da inutile ad utile, effettuando immediatamente il prelievo e le indagini radiografiche in modo che, mentre il paziente aspetta, le analisi possano essere processate ed essere pronte al momento della visita». Ancora: «Trasformare gli interventi sequenziali di infermiere, medico e consulenti, in interventi in parallelo», spiega ancora Salvi. Infine: «Ridurre i tempi di indagine e diagnostica, grazie all’aumento di due postazioni ecografiche ed all’arrivo, tra circa due mesi, di una nuova Tac superpotente (simile a quella già operativa da un paio di mesi in Radiologia, ndr) a 384 strati contro quella a 16 attualmente operante».

Aldo Salvi, direttore di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza di Ospedali Riuniti

Il nuovo approccio organizzativo del Pronto Soccorso reso necessario dal continuo aumento degli accessi e di conseguenza anche dei tempi di attesa, a parità di risorse e personale. Per quanto riguarda i tempi di attesa la media del 2017 è stata di 87,46 minuti – considerando che i codici rossi hanno un’attesa pari a zero – contro gli 81,05 del 2016 ed i 62,22 del 2015. Nel 2017 il totale degli ingressi è stato di 56.877 (a cui si aggiungono i 25mila del Salesi) contro i 47.363 del 2014. Il trend di continua crescita, sia per i codici rossi da 916 (2014) a 1.226 (2017) sia per i gialli da 11.242 a 12.789, ma anche per i verdi da 32.216 a 34.426 e soprattutto per i bianchi (in parte accessi inappropriati), praticamente quadruplicati, da 2.807 a 8.436. Solo nell’ultimo anno, tra il 2017 ed il 2016, l’aumento totale degli accessi è stato del 4,75% con un picco per i codici rossi e gialli, anche per pazienti provenienti da altri ospedali – Torrette è l’unico pronto soccorso di secondo livello delle Marche – rispettivamente del +25,74% e del + 13,66%. Un trend, quello degli accessi, che pare confermarsi ed anzi aumentare ancora, per quanto riguarda il 2018. Nel confronto tra gennaio 2018 e gennaio 2017, sono state il 40% le richieste di intervento complessivo, + 10% quelle relative ai soli codici verdi e bianchi.

Rossana Berardi, direttrice di Oncologia di Ospedali Riuniti

L’applicazione del modello Lean, volto alla riduzione degli sprechi, intesi anche come spreco di tempo che si traduce in aumento dei costi, è già in fase più avanzata nei reparti di Oncologia ed Ematologia, anch’essi investiti nell’ultimo anno da un massiccio aumento di ingressi e prestazioni. «Pensare ad un nuovo modello di organizzazione è stato indispensabile ancor prima di elaborare la strategia Lean − afferma la direttrice di Oncologia, Rossana Berardi −. Nel 2017 abbiamo avuto 13mila ricoveri in day Hospital, 667 ricoveri potendo usufruire di 20 posti letto, 2.402 interventi di genetica oncologica pari ad un aumento del 281% nel periodo 2015-2017 e 6mila prestazioni ambulatoriali. Numeri importanti per un reparto di dimensioni medio-piccole rispetto ai grandi centri italiani, con oltre il 50 per cento dei pazienti che arriva da tutte le Marche ed anche da fuori regione. La volontà − prosegue − di dare la migliore prestazione che merita ciascuna persona e la volontà di non tagliare le terapie, tra le più costose, si può arrivare anche a 6 mila euro al mese, ci ha spinto ad organizzare in maniera più efficace il lavoro».

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