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Cecconi vince il duello con Minniti
e sparisce: polemica sul deputato che
ha promesso le dimissioni

ELEZIONI – Vincente in ben due collegi dove era candidato, il deputato uscente ha cancellato ogni profilo social e non rilascia dichiarazioni. Dopo il caso “rimborsopoli” aveva già dichiarato che avrebbe lasciato il Parlamento se fosse stato eletto. Ma l'iter è lungo e difficile

 

In queste elezioni c’è anche chi è stato “eletto a forza”, vincente in ben due seggi, nonostante abbia abbandonato la campagna elettorale in anticipo e promesso che si dimetterà appena messo piede a Montecitorio. E’ il caso di Andrea Cecconi, il deputato uscente del M5S, travolto nelle scorse settimane dalla “rimborsopoli” del movimento: non aveva restituito per intero la sua indennità da parlamentare, come prescritto dalle regole dei cinque stelle, e avrebbe saldato la sua posizione solo dopo essere stato segnalato. Per questo Cecconi aveva già anticipato che si sarebbe dimesso dal Parlamento, se eletto, di fatto interrompendo la sua campagna elettorale con un mese di anticipo. Ora i risultati lo danno eletto, non in uno, ma ben in due collegi: all’uninominale di Pesaro per la Camera, dove ha raccolto 48.423 preferenze e ha battuto gli avversari, la forzista Anna Maria Renzoni Bezziccheri e addirittura l’uomo forte del Pd, il ministro degli interni Marco Minniti, fermo a 38.227 preferenze. Ma il seggio per Cecconi sarebbe scattato anche al proporzionale, nel collegio plurinominale Marche Nord Ancona-Pesaro-Fano, dove era capolista per il M5S. Posizione più che blindata insomma, peccato che Cecconi abbia annunciato dai primi di febbraio di voler rinunciare al posto da deputato. Dopo il risultato elettorale, sono spariti tutti i suoi profili social, dove si era difeso dalle accuse di rimborsopoli, e nessuna dichiarazione è stata rilasciata alla stampa. Il M5S si limita a ribadire che Cecconi lascerà l’incarico, ma l’iter è tutt’altro che scontato. Cecconi infatti dovrà attendere che il Parlamento si sia insediato, quindi presentare la richiesta di dimissioni alla Camera, che dovrà votare l’accetazione a scrutinio segreto. Per prassi consolidata, la prima richiesta di dimissioni viene respinta, a volte non basta nemmeno la seconda istanza. L’accettazione delle dimissioni con delibera di aula avviene perciò spesso alla terza votazione, e possono essere necessari anche mesi. Tempi lunghi anche per l’accettazione della nomina e dell’insediamento del deputato sostituto di Cecconi.

Caso rimborsi nel M5S, Andrea Cecconi si ritira: «Se eletto rinuncerò»

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