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Palazzo del Mutilato, Cesetti:
«Non c’è alternativa alla vendita»

ANCONA - L'assessore regionale pronuncia la sentenza senza appello. Sull'alienazione dell'immobile di corso Stamira, ex sede dell'aula del Consiglio regionale, Palazzo Raffaello non torna indietro. Intanto va deserta anche la seconda asta

Il Palazzo del Mutilato di corso Stamira (foto d’archivio)

 

Palazzo del Mutilato, «non c’è alternativa alla vendita. Un errore irrimediabile dismetterlo dieci anni fa». È la sentenza senza appello dell’assessore regionale al Patrimonio, Fabrizio Cesetti, pronunciata questa mattina durante il Consiglio regionale, rispondendo ad un’interrogazione dei consiglieri Gianluca Busilacchi (Mdp) ed Enzo Giancarli (Pd). «I contatti avuti con le varie componenti sociali interessate al recupero ed alla riqualificazione del palazzo non hanno permesso di individuare canali di finanziamento diversi da quelli regionali − spiega l’assessore −. La ristrutturazione comporterebbe diversi milioni di euro (circa 2,5 milioni, ndr) e ciò non è sostenibile per le risorse pubbliche, considerando anche i costi di gestione che si aggiungerebbero, visto che gli utilizzi che se ne ipotizzano non prevedono finalità lucrative».

Dunque nonostante la costituzione dei comitati civici ed i loro serrati incontri con esponenti regionali, Palazzo Raffaello non fa marcia indietro, nonostante le difficoltà di vendita del palazzo storico, ornato da elementi decorativi di pregio, di corso Stamira 9, fino a dieci anni fa sede dell’aula del Consiglio regionale. Solo pochi giorni fa, la seconda asta dell’attuale amministrazione andata di nuovo deserta, nonostante un ulteriore ribasso del prezzo di partenza, con una perdita di valore di circa un milione dall’inizio dell’iter di vendita. Prevista una terza asta con un’ulteriore riduzione del prezzo dell’immobile di circa 700mila euro. Visto il protrarsi della mancata vendita la Regione ha stretto un accordo con l’agenzia del Demanio per l’inserimento, nel caso anche la terza asta vada deserta, nella piattaforma Enter che la stessa agenzia utilizza per la vendita dei beni pubblici.

«Una strada alternativa per arrivare al recupero dell’immobile, che passa comunque attraverso l’alienazione del palazzo − riprende Cesetti −. Questo perché sono consapevole delle difficoltà di vendita dell’immobile, ormai inutilizzato da 10 anni, anche a causa della crisi generalizzata del mercato immobiliare, e so che il prezzo di vendita potrebbe scendere ancora. Ma ricordo − prosegue − che fino ad oggi l’edificio sta rappresentando una spesa per questa amministrazione. Si sono sostenuti interventi di messa in sicurezza e manutenzione del tetto per oltre 40mila euro ed ogni anno paghiamo 8.500 euro di Imu. Per questo ribadisco che non c’è alternativa alla vendita ed alla ristrutturazione da parte di privati, nel pieno rispetto, naturalmente, delle parti di pregio dell’immobile, già opportunamente vincolate dalla Soprintendenza».

Una risposta, quella dell’assessore a Busilacchi e Gianrcali, che lo stesso Cesetti definisce «tecnica, ma anche politica». «È stato un errore − sostiene − dismettere dalla sua finalità il Palazzo del Mutilato. Non doveva essere abbandonato a se stesso nel cuore del centro della città capoluogo. Era possibile utilizzarlo per funzioni collaterali a quelle del Consiglio. Si è compiuto un errore al quale ora non si può rimediare, a meno che il Consiglio, sovrano, non decida di mettere nel prossimo bilancio il recupero dello stabile rinunciando però al finanziamento di altri importanti capitoli di spesa».

L’assessore conclude lanciando un appello ai consiglieri, come unico spiraglio per evitare l’alienazione. «Invito tutti, da qui alla prossima asta, a verificare se ci siano possibilità di finanziamenti alternativi a quelli regionali per recuperare il Palazzo del Mutilato. Io mi impegno a farlo».

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