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Tombolini: «Spiegherò i nostri progetti
a scettici e astenuti»

ANCONA – Il candidato sindaco di civiche e centrodestra mette da parte l'idea di un contratto con M5S e Altra Idea di Città e si rivolge soprattutto agli elettori pentastellati. “Gli alternativi al Pd sono in maggioranza”

 

Dodici giorni per ribaltare il verdetto del primo turno e guadagnare almeno quegli 8mila voti che hanno separato Valeria Mancinelli da Stefano Tombolini. A guardare le cifre uscite dalle urne di domenica, è un’impresa: 20mila elettori per il sindaco uscente, 12mila per il candidato di civiche e centrodestra, poi ci sono i 7mila voti andati a Daniela Diomedi del M5S e i 2.800 elettori di Altra Idea di Città. Più altri 37mila anconetani che hanno preferito disertare le urne. La matematica non condanna, ma di fatto è una finale di Champions contro il Real Madrid per Stefano Tombolini, che dovrà riportare al voto tutti i suoi elettori, convincere quelli degli altri schieramenti e magari sperare che l’elettorato Mancinelli subisca qualche defezione da qui al 24 giugno per poter ribaltare il risultato del primo turno. Tombolini spiega come intende farcela. Messa da parte l’idea di un contratto con M5S e Altra Idea di Città, da cui non sono arrivati spiragli o possibilità di accordi e apparentamenti, lo sfidante di Mancinelli preferisce rivolgersi direttamente agli elettori. “Coloro che hanno votato progetti alternativi a quelli del Pd e dell’ex sindaca renziana sono stati oltre il 52% – commenta Tombolini -. Ovvero circa 22 mila. Fatti questi conti si vede chiaramente che il sistema di potere stretto attorno a colei che al primo turno rappresenta a malapena il 20% dell’intero corpo elettorale, ha serrato i ranghi per non essere travolto. Purtroppo questo è avvenuto nel sostanziale disinteresse di una fetta consistente di città, quasi nell’indifferenza, peggio ancora nella rassegnazione di tutti coloro che vivono la quotidianità di una città la cui identità e le cui sofferenze sociali non possono essere asfaltate come fossero un tratto di strada con buche. Insomma, non si possono asfaltare le coscienze. Ecco, è proprio da qui che voglio ripartire” commenta Tombolini. “In questi pochi giorni che ci separano dal ballottaggio proverò a scuotere dal torpore l’Ancona che io conosco. La città fiera del le sue nobili origini, la città di Stamura, coraggiosa e mai doma. Ma cercherò anche rendere ancor più dettagliata quella progettualità che ci caratterizza e che potrebbe trovare adeguata attenzione in tutte le altre forze che hanno sostenuto l’alternativa. In particolare mi riferisco ai pentastellati fortemente ed ingenerosamente penalizzati da quell’elettorato liquido che non si è riconosciuto nell’anomala esperienza di governo del Paese. Ma soprattutto cercherò di dare agli scettici, a chi purtroppo ha fatto della rassegnazione la sua ragion d’essere, ai non votanti per vocazione, un motivo per tornare a votare. Lo farò illustrando alla città i progetti più significativi, presentando i punti cardine della squadra di governo, illustrando le delibere già pronte destinate appunto a rappresentare una prima svolta nei rapporti fra il Palazzo e la comunità. Per rialzare da testa, per non essere più dei sudditi ma dei cittadini che vogliono e debbono dire come la pensano. Ecco questo è l’impegno mio e della mia coalizione perché la parola cambiamento non venga seppellita dal darsi di gomito, dal farsi l’occhiolino complice da parte di quei professionisti della politica, di quei maneggioni che oggi si stanno fregando le mani ma che il prossimo 24 giugno potrebbero fregarsi il futuro nostro e dei nostri figli. Al lavoro, cambiare è ancora possibile” conclude Tombolini.

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