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La protesta dei lavoratori
della Quadrilatero ferma la statale 76:
«Subito la riunione del Cipe»

FABRIANO - Vertenza ferma da oltre 3 mesi dopo l'apertura della procedura di mobilità per 59 operai da parte della Astaldi. Fermo anche il cantiere dell'infrastruttura. Oggi 8 ore di sciopero indetto da Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil e lavoratori in sit in lungo la SS76

I lavoratori della Astaldi sul cantiere della Quadrilatero contro la procedura di mobilità avviata dall’azienda

 

 

Scende in strada la preoccupazione dei lavoratori Astaldi impegnati sul cantiere della Quadrilatero, che stanno bloccando il traffico sulla statale 76 da questa mattina. Otto ore di sciopero con sit in sulla strada per scongiurare i 59 licenziamenti annunciati dall’azienda. Striscioni, bandiere e la richiesta a gran voce di riunire il Cipe per sbloccare i fondi e risolvere la vertenza, ferma a tre mesi fa, quando la Astaldi ha avviato la procedura di mobilità. «A distanza di oltre tre mesi non si vedono sbocchi né prospettive concrete» scrivono in una nota Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil.

Nell’ultimo incontro con la Regione, giovedì scorso, l’azienda ha confermato gli esuberi e, ad oggi, i cantieri sono fermi da due mesi e le lavorazioni sono al palo. «Colpa della mancata convocazione del Cipe, mai riunitosi da quando si è insediato il nuovo Governo − ha affermato il presidente della Regione, Ceriscioli che ha sottolineato: «l’Ente regionale ha fatto la sua parte, stanziando i finanziamenti per l’avanzamento dei lavori della Quadrilatero».

Ciò che è certa, la forte preoccupazione per la situazione che si è venuta a determinare da parte dei lavoratori e dei sindacati «non solo per i destini individuali di quei lavoratori coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo ma per l’opera tutta», fanno presente le tre sigle. «Dal nostro punto di vista − proseguono −, ci sono tutte le premesse perché un territorio già ampiamente martoriato dalla crisi si trovi di fronte l’ennesima incompiuta. Questo è assolutamente inaccettabile sopratutto perché in parte dipende dalla mancata destinazione di risorse già stanziate. Ad oggi, dopo impegni assunti da tutte le forze politiche (sindaco-parlamentari locali) e dopo tutte le forme di pressione esercitate, non si è ancora riunito il Cipe che avrebbe dovuto deliberare le risorse già allocate ed avrebbe così consentito all’azienda di andare avanti con le lavorazioni. In un quadro dove ciascuno ha proprie pesanti responsabilità a pagare in questa crisi saranno i lavoratori e la cittadinanza tutta. Il 17 ottobre è l’ultimo giorno disponibile per evitare un finale che ormai sembra scritto nell’indifferenza e nell’inerzia della politica. Ed è per questo che oggi, 27 settembre, − concludono i sindacati −, all’interno delle 8 ore di sciopero delle maestranze, al fine di sensibilizzare tutto il territorio fabrianese al problema, fermeremo per qualche ora il traffico sulla statale 76. Una protesta forte e visibile per cercare delle risposte e perché non ci arrendiamo all’idea che lavoratori e territorio siano abbandonati a se stessi nel declino e nel silenzio della politica».

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