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Assunzioni fantasma per ottenere
il permeso di soggiorno:
otto imprenditori condannati

ANCONA - Si è concluso in Corte d'Assise il processo che ha fatto seguito all'operazione "Fast Food", intrapresa dalla Squadra Mobile a partire dal 2012 per sgominare un sodalizio accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Quaranta anni di carcere in tutto e oltre un milione di euro di multa

Foto d’archivio

 

Si è conclusa con 8 condanne da parte della Corte di Assise l’operazione Fast Food, condotta dalla Squadra Mobile e iniziata nel 2012 a seguito di alcuni riscontri circa l’irregolarità di posizioni di stranieri sulle norme che disciplinano l’immigrazione. Stando alle accuse, il gruppo individuato dagli investigatori aveva favorito cittadini pakistani affinchè ottenessero subito il permesso di soggiorno. La complessa indagine era stata svolta non solo nel territorio dorico ma aveva sconfinato per necessità investigative anche in altre città italiane quali Milano e Rimini, evidenziando come diversi imprenditori si fossero prestati a simulare false assunzioni per permettere il rilascio del permesso di soggiorno a cittadini stranieri privi di documenti, reclutati da due soggetti bengalesi operanti uno ad Ancona e uno e a Milano. I giudici hanno emesso in totale  40 anni di reclusione e 1.173.000 euro di multa, più il pagamento delle spese processuali. I due bengalesi considerati dalla procura le menti del gruppo sono Rahman MD Minhazur, titolare di un negozio di Ancona, e Molla Liton, residente a Milano. Il primo è stato condannato a 8 anni e 9 mesi di reclusione più 554.000 euro di multa, il secondo a 3 anni di reclusione più 10.000 di multa. Per gli imprenditori che, stando alle accuse, si prestavano a fornire la loro disponibilità per simulare un rapporto di lavoro mai esistito con i clandestini da regolarizzare fraudolentemente, le condanne sono state di 7 anni e 4 mesi di reclusione più 227.000 euro di multa per Benedetto Spinsante, noto imprenditore agricolo osimano; 5 anni di reclusione più 228.000 euro di multa per Patrizio Piombetti , titolare di un locale della movida anconetana;  4 anni e 8 mesi di reclusione più 51.000 euro per gli imprenditori Maurizio Giuggioloni e Corrado Cesaretti. Tre anni di reclusione più 50.000 euro sono stati inflitti a Gianluca De Luca , titolare di uno stabilimento balneare sulle coste molisane. Infine,  1 anno e 6 mesi di reclusione più 2.000 per il cittadino bengalese Mamun Abdul, titolare di una società che gestiva un noto nightclub della zona.

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