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La Piazza Grande di Zingaretti
ad Ancona: «Dopo cinque anni
di sconfitte il Pd deve cambiare»

POLITICA - Il governatore del Lazio e candidato alla segreteria dem nazionale, affiancato da Ceriscioli e Mastrovincenzo, lancia un appello per riformare lo statuto: «Troppi iscritti si sono sentite pedine inutili». Tutti schierati i sostenitori di Gostoli per la segreteria regionale, assente invece il sindaco Mancinelli (Video)

Nicola Zingaretti all’auditorium della Fiera di Ancona

Zingaretti con Maurizio Mangialardi, Silvana Amati, Luca Ceriscioli

Il pedigree marchigiano ce l’ha, con un padre di San Marcello e un fratello famoso attore che fa tutte le prime dei suoi spettacoli a Jesi. Ma sull’intricata questione del dopo Comi alla segreteria regionale Pd che si concluderà con le primarie del 2 dicembre, preferisce glissare. Nicola Zingaretti è concentrato sulla corsa nazionale allo scranno lasciato vacante da Maurizio Martina e nel pomeriggio, durante la convention di Piazza Grande all’Auditorium Ex Fiera della Pesca di Ancona per la presentazione della sua candidatura, ha lanciato un messaggio ben preciso: «abbiamo perso tutto quello che si poteva perdere: referendum, amministrative, politiche e di nuovo amministrative. Dobbiamo cambiare, riformando anche lo statuto, perché gli iscritti si sono sentiti pedine inutili. E soprattutto, dobbiamo smettere di litigare tra noi e mettere da parte i super-io. Rimuovere tutto dopo ogni batosta è un segnale sbagliato e significherebbe che non siamo l’alternativa a Lega e Movimento 5 stelle che il Paese merita. Da piazza del Popolo a Roma – puntualizza – Martina ha detto gridando “abbiamo capito”, e allora dimostriamolo».  

Zingaretti con Antonio Mastrovincenzo e Luca Ceriscioli

Ad ascoltare le parole del governatore del Lazio, in una convention senza il simbolo del Pd, il parterre delle grandi occasioni, composto da un centinaio di persone. Oltre al presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, zingarettiano della primissima ora nei panni di moderatore, e al governatore Luca Ceriscioli, a cui viene affidato il primo intervento, siedono nelle prime file, tra gli altri, la quasi candidata alla segreteria regionale Loredana Pistelli – sostenuta proprio dai zingarettiani, soprattutto di Ancona, ma che all’ultimo ha fatto un passo indietro – la vicepresidente della giunta regionale Anna Casini, l’ex senatrice Silvana Amati, il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, i consiglieri regionali Francesco Micucci e Gino Traversini, l’ex deputata Camilla Fabbri e l’ex vice di Comi, Luca Fioretti.

Ma se questi sono più o meno i volti che ci si aspettava di vedere alla convention, decisamente più criptica è la presenza del renziano di ferro Emanuele Lodolini, che spiega la sua comparsata in quanto «dirigente del partito e unico componente della direzione nazionale Pd in provincia di Ancona: vengo ad ascoltare Zingaretti e quanti altri verranno a presentare la loro candidatura. Fermo restando che non sosterrò Zingaretti, ma il candidato che, insieme a Renzi, decideremo di sostenere».

In attesa di capire se Marco Minniti scenderà ufficialmente in campo, Zingaretti va dritto per la sua strada e per presentare la sua candidatura sceglie un format particolare: sul palco, membri della società civile ed il sindaco del Comune terremotato di Force, Augusto Curti, che hanno parlato di precarietà, integrazione, sviluppo economico e ricostruzione, e la politica in platea ad ascoltare. Il suo intervento finale è stato preceduto dalla proiezione del video del Rockin’ 1000, iniziativa di qualche anno fa che ha visto mille ragazzi di Cesena mettersi insieme e suonare Learn to fly del gruppo rock americano Foo Fighters per convincere la band a fare un concerto nella loro città. Cosa che poi è avvenuta. «Questo video simboleggia ciò che dobbiamo fare anche noi – la chiosa di Zingaretti – tanti sconosciuti uniti da un’ambizione che riescono a realizzare il loro sogno». Conclude così l’incontro, prima di dirigersi verso San Benedetto del Tronto per una cena con i suoi sostenitori dell’Ascolano.

La partita del congresso regionale – Se il candidato glissa sul congresso regionale, a parlare ci pensano i suoi due sostenitori più in vista, ovvero Ceriscioli e Mastrovincenzo. «Abbiamo sostenuto il valore di andare verso un certo percorso, c’e’ chi non l’ha condiviso e ha fatto una scelta per conto suo e ora si fa il congresso». Lapidario il commento del primo, che appoggia per la segreteria regionale Pd Giovanni Gostoli sostenuto dai segretari provinciali del partito, dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci e da vari esponenti delle federazioni. Non sarà una candidatura unitaria come auspicato da una parte del partito ma sarà contrapposto a Paolo Petrini forte del sostegno di molti sindaci (Ancona, Macerata, Recanati) e dagli ex parlamentari Emanuele Lodolini e Piergiorgio Carrescia e dello stesso Mastrovincenzo. All’ultimo momento Loredana Pistelli non ha invece presentato la sua candidatura per non spaccare l’area Zingaretti. “L’eventuale candidatura unitaria? – osserva Ceriscioli – Questi sono punti di vista che in politica si hanno, c’e’ chi la pensa in un modo e chi in un altro. Occorre vedere come gli elementi del dibattito si incanaleranno dentro il congresso. Una spaccatura con il sindaco di Ancona Mancinelli che sostiene Petrini? Proprio da Valeria – risponde Ceriscioli – viene il messaggio che il congresso non divenga una sorta di referendum interno ma resti su temi politici, e continua a sostenermi». Mastrovincenzo focalizza il suo intervento sul passo indietro di Loredana Pistelli: credo che in questa fase una sua candidatura, nonostante l’ottimo risultato nella raccolta di firme, avrebbe messo in difficoltà lo stesso Zingaretti, leader nazionale a cui facciamo riferimento. Aver marcato la candidatura di Zingaretti su quella di Loredana Pistelli metteva a rischio in termini di percentuali il risultato finale di Zingaretti nelle Marche. Per il resto, ho espresso la mia opinione – aggiunge -, prediligo la candidatura di Petrini perfettamente in linea con quanto ho dichiarato nei mesi addietro: occorre discontinuità netta con il passato per la gestione della segreteria regionale, un segretario veramente autonomo dall’amministrazione regionale e lo statuto del Pd Marche prevede le primarie come forma di scelta del governatore».

 

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