di Martina Marinangeli
«La nostra libertà dipende dalla libertà di stampa, ed essa non può essere limitata senza che vada perduta». Le parole sono quella di Thomas Jefferson, uno dei presidenti e dei padri fondatori degli Stati Uniti, e racchiudono il senso del flash mob organizzato stamattina di fronte alla Prefettura, in piazza del Plebiscito, ad Ancona, a cui hanno preso parte un centinaio di giornalisti di tutte le testate locali e di molti uffici stampa. Una categoria che, negli anni, ha subito gli attacchi di molti governi, come il cosiddetto Editto bulgaro dell’allora premier Silvio Berlusconi, che aveva interdetto Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi dalla tv pubblica perché troppo controcorrente, o la lista nera delle prime pagine dei quotidiani non gradite all’ex primo ministro Renzi, proposta durante la Leopolda del 2015. Ultimi in ordine di tempo, tra le bordate politicamente trasversali, gli attacchi di alcuni esponenti dell’attuale governo e del Movimento 5 Stelle, che hanno definito i membri della categoria come «infimi sciacalli», «puttane» e «pennivendoli». La Federazione nazionale della stampa ha dunque organizzato per oggi manifestazioni in tutte le piazze dei capoluoghi italiani, lanciando l’hashtag #GiùLeManiDall’Informazione. L’iniziativa è stata declinata ad Ancona dal Sindacato giornalisti marchigiani e subito appoggiata dall’Ordine dei Giornalisti.
«Siamo qui in difesa dell’articolo 21 della Costituzione, in difesa di un principio che è fondamentale per ogni cittadino e non solo per i giornalisti: la libertà di stampa», ha affermato il segretario del Sigim, Piergiorgio Severini, che è stato ricevuto dal Prefetto, Antonio D’Acunto, insieme al presidente dell’Odg Marche Franco Elisei, al presidente dei Cronisti Raffaele Vitali ed al referente dei giornalisti pubblicisti all’interno dell’Ordine, il vice presidente, Luca Romagnoli. «Questa non è una difesa corporativa – ha sottolineato Elisei – e la riprova arriva dalle azioni che il consiglio di disciplina dell’Ordine porta avanti proprio a tutela della corretta informazione e della professionalità dei giornalisti. C’è chi sbaglia, ma non si può generalizzare ed è inaccettabile un attacco come quello subito dal ministro Di Maio. Troppo spesso la voce critica viene letta dal potere come pregiudizio». Una generalizzazione che finisce per colpire anche la base della categoria ed i livelli locali, dove «i giornalisti già combattono contro precariato e articoli pagati pochi euro subendo, spesso, attacchi alla loro professione e professionalità a cominciare dai social, dove già tutto è permesso», il commento di Vitali. Al termine del flash mob, i giornalisti compatti hanno alzato i cartelli, ideati a livello nazionale, con scritto “Qui abita un infimo sciacallo”. A sostenere l’iniziativa presenziando al flash mob, la segretaria regionale della Cgil, Daniela Barbaresi, ed il presidente dell’Assemblea legislativa, Antonio Mastrovincenzo, che ha annunciato una mozione urgente da far approvare nel prossimo Consiglio regionale a difesa della libertà di stampa. Sostegno giunto per nota anche dal governatore Luca Ceriscioli, che ha espresso «massima solidarietà e vicinanza personale e da parte della Regione Marche ai giornalisti nella loro lotta per la libertà di informazione e indipendenza della professione».
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