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Reddito d’inclusione:
aumentano i beneficiari,
ma le risorse restano limitate

SUSSIDI - Sono 4.504 i nuclei familiari raggiunti, in nove mesi, dal paracadute sociale targato Pd, che si traduce in 266 euro mensili. Barbaresi, Cgil: «Va potenziato in attesa di nuove misure». Secondo i dati Istat, nelle Marche ci sono 358.352 persone a rischio povertà

La segretaria Cgil Marche, Daniela Barbaresi (foto d’archivio)

 

Un contributo mensile medio di 266 euro, arrivato a 4.504 nuclei familiari nelle Marche e che ha visto coinvolte 12.408 persone, a nove mesi dalla sua attivazione nel gennaio 2018. È il quadro del Reddito di Inclusione tracciato dall’Osservatorio statistico dell’Inps ed elaborato dall’Ires Cgil Marche, che traduce in numeri il paracadute sociale elaborato nell’era Renzi e diventato operativo con il governo Gentiloni. Non va confuso con la bandiera pentastellata del reddito di cittadinanza perché è tarato sulla spesa media mensile delle famiglie e non sul reddito, ma si compone comunque di un beneficio economico, erogato mensilmente, ed un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, predisposto sotto la regia dei servizi sociali del Comune di appartenenza. Ed esattamente come il reddito di cittadinanza è rivolto alle fasce economicamente più deboli, ovvero a quelle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale, che nelle Marche, secondo i dati Istat sono 358.352. Si tratta di coloro che vivono in condizioni di grave deprivazione materiale, o che non riescono a sostenere spese impreviste, sono in arretrato nei pagamenti di mutuo, affitto, bollette, o non riescono a riscaldare adeguatamente l’abitazione, fino a chi vive in famiglie a intensità lavorativa molto bassa.

Rispetto ai dati elaborati dall’Inps lo scorso luglio, che parlavano di 2.951 nuclei coinvolti, per un totale di 8.505 persone, c’è stato un sensibile balzo in avanti del Rei, anche grazie al fatto che, dal 1 luglio, è stata ampliata la platea dei beneficiari e, per averne diritto, non è più necessario avere in famiglia almeno un minore, un disabile, una donna in gravidanza o un disoccupato over 55. Il contributo, di fatto, sta dunque diventando universale e ciò ha fatto registrare un notevole incremento delle domande accolte nel terzo trimestre dell’anno (+30%).

Secondo Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche, e Patrizio Francesconi, responsabile dipartimento Welfare, «pur permanendo i limiti più volte segnalati sia nelle risorse destinate alle famiglie sia per l’inconsistenza dei progetti di inclusione, specie per quanto riguarda l’inserimento lavorativo, per il quale è necessario potenziare la rete dei centri per l’impiego con organici dedicati e stabili, si può affermare che il Rei sia una misura che comincia a rispondere in modo più puntuale e generalizzato alla povertà assoluta e, per questo, sarebbe molto utile potenziarlo in attesa di altre misure allo studio del Governo».

Il Rei viene concesso per un periodo massimo di 18 mesi, eventualmente rinnovabile per altri 12.

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