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La Regione acquisisce “last minute”
quasi due milioni
per interventi pro zone terremotate

FONDI - Si tratta della royalties petrolifere pagate al Mise e destinate alle Regioni, ma le Marche avevano ritardato la richiesta di assegnazione. L'Acu Marche: «Soldi che non abbiamo perso per un pelo». L’ente locale: «Non abbiamo ritardato la pratica. Anzi pronti altri 600mila euro attinti dal nostro bilancio»

Il palazzo sede della Regione Marche (foto d’archivio)

 

di Giampaolo Milzi

Un milione e 900mila euro riacciuffati dalla Regione Marche “last minute” per alimentare la rivitalizzazione delle zone colpite dal sisma nel 2016 e 2017. Fondi sostanziosi, che il Ministero dello sviluppo economico (Mise) ha incamerato a titolo di royalties. Quel 3% che le compagnie petrolifere sono obbligate a versare, e hanno versato, al Fondo statale per la promozione da parte delle Regioni di misure di eco-sviluppo e per l’attivazione di una social card nei territori interessati dalle estrazioni di idrocarburi liquidi e gassosi (in mare o terraferma), in base all’art. 45 della legge 99 del 2009. Una sorta di compensazione per i problemi causati ai siti oggetto delle operazioni di captazione. L’ufficio stampa della Regione Marche getta acqua sul fuoco delle polemiche, assicura “che la parte di sua competenza non è andata perduta”. E anzi rilancia: “Già dalla fine del 2017 l’ente si è dato da fare per aggiungere alla quota di nostra spettanza altri 600mila euro di risorse proprie, per un totale di 2,5 milioni, proprio da investire nelle aree terremotate”.
A lanciare l’allarme “spreco”, il Sole 24 ore in due articoli, del 7 e 10 agosto scorsi. In cui annunciava “che per i fondi ripartiti tra 12 Regioni per le annualità 2013-2014-2016, per un totale di 184 milioni, solo tre Regioni, Basilicata, Emilia Romagna e Piemonte, hanno firmato le intese col Mise e il Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) per riceverli”. Per le altre, Marche comprese, termini temporali per la pratica scaduti, e Stato pronto a rimpinguare il suo bilancio con le royalties.
A lanciare l’sos anche l’Acu Marche – Associazione consumatori e utenti, che dall’agosto scorso ha messo sotto pressione la Regione – con lettere, telefonate e incontri, anche col dottor Andolfi del Mise -, affinché il tesoretto non andasse perduto.
Stando a quanto affermato dall’ufficio stampa della Regione Marche nei giorni scorsi, i soldi in questione riguardano in realtà il biennio 2013-2014 (pochissimi quelli in ballo per il 2016): “Stiamo trattando con Roma da più o meno tre mesi. Falso che ci siamo mossi in ritardo, abbiamo aspettato proprio perché già dall’estate scorsa la nostra macchina amministrativa stava lavorando a un progetto ancora più corposo per interventi socio-economici iper incisivi a beneficio delle aree disastrate dal terremoto”. “Vero che il Mise ci aveva scritto e avvertito da moltissimo tempo (per un sollecito, ndr.), − ha sostenuto ancora l’Ufficio stampa− ma nostri funzionari si sono incontrati personalmente a Roma con quelli ministeriali già a giugno e luglio e poi a settembre di quest’anno”. Cosa è accaduto poi? “Va precisato che a settembre abbiamo presentato una bozza d’intesa col Mise per definirla insieme, e da allora, in base ad un avallo di massima, stiamo trasformando quella bozza in un vero e proprio protocollo d’intesa fedele al quadro attuativo”. Quadro attuativo, relativo alla già citata somma di 1 milione e 900mila euro, che la Regione promette di firmare entro il prossimo dicembre. E, sempre entro la fine di dicembre, la Giunta regionale dovrebbe dare il via libera, in sede di approvazione del bilancio preventivo 2019, allo stanziamento dei già citati 600mila euro in più. “Se tutto filerà liscio, visto che il Mise ci ha chiarito che la tempistica per l’erogazione dei fondi delle royalties non è scaduta, ma quei fondi sono stati accantonati e congelati, e se lo stesso Mise non rileverà criticità nel nostro progetto d’intesa, già a gennaio potremo lavorare al bando per l’affidamento degli interventi, tramite incentivi, a favore del sistema produttivo delle aree provate dal sisma (aree in genere oggetto delle attività estrattive, ndr.), comprese alcune di quelle costiere, e potremo chiedere anche degli anticipi di cassa”, ha annunciato l’Ufficio Stampa regionale.
Prende atto della svolta positiva, ma non senza perplessità, il dottor Fabio Amici, responsabile del Dipartimento trasparenza, anticorruzione e qualità dei servizi dell’Acu Marche. Il quale ci tiene a ricostruire la complessa vicenda dal suo punto di vista:
«Ho scritto ben quattro lettere alla Regione Marche, il 23 agosto, il 25 ottobre, il 22 novembre e il 4 dicembre, per avere un quadro chiaro della situazione. Ebbene. Ho ottenuto risposta scritta solo per la prima missiva, nella quale chiedevo l’accesso civico agli atti, ricevendo però sì le lettere di sollecito che il Mise aveva inviato alla Giunta regionale il 29 settembre 2016 e il 9 marzo 2017, ma non le risposte della Giunta al Mise». E ancora: «Il 29 agosto ho incontrato personalmente in Regione la dottoressa Maria Di Bonaventura, dirigente generale dell’Ufficio Bilancio, la quale mi ha detto che avrebbe fatto il possibile per interessarsi del caso, e poi l’ho richiamata al telefono. Ora pare che il caso sia risolto, che i fondi arriveranno − conclude Amici −. Ma il rischio di perderli c’è stato. Resto convinto che gli uffici regionali preposti si siano mossi in ritardo, in modo farraginoso e con poca trasparenza. L’Acu attenderà con fiducia che la Regione Marche mantenga le sue promesse per ottenere la quota di royalties di sua spettanza e che investa bene a favore dei cittadini e delle aziende vittime del sisma. L’Acu continuerà vigilare con attenzione».

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