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Ritardi nell’asfaltatura del Viale,
il Comune deve risarcire
il distributore Q8

ANCONA – A causa dei tanti intoppi, la società Idp, proprietaria delle pompe, ha chiesto un risarcimento danni quantificato in oltre 4 mila euro. L'Amministrazione, nell'acconsentire alla refusione della cifra, ha però tirato in ballo anche la ditta CO.RI.PAR incaricata dei lavori, a cui chiede di contribuire per la metà dell'importo dovuto

 

I lavori di asfaltatura viale della Vittoria

 

 

La saga degli sfortunati lavori di asfaltatura del Viale della Vittoria continua e si arricchisce di un altro tassello. Dopo le varie battute d’arresto causa meteo e lo smacco della bocciatura dello strato superficiale del manto al momento del collaudo lo scorso maggio, ora emerge anche un conto in sospeso con la società Idp Srl, proprietaria del distributore di carburanti Q8 lungo il Viale, a cui il Comune deve un risarcimento di oltre 4mila euro, pari ai costi sostenuti nei mesi di settembre e ottobre 2016. Il pagamento della cifra, però, almeno secondo l’amministrazione, spetterebbe per la metà alla ditta incaricata dei lavori, la CO.RI.PAR. di Napoli, «contrattualmente inadempiente nell’esecuzione delle prestazioni dell’appalto», e per ottenere l’importo si stanno predisponendo tutte le azioni amministrative necessarie.
La storia viene ricostruita nella Determinazione 44 del 14 gennaio, che fa un salto nel passato fino al 20 aprile 2016, quando la Impianti Distribuzione Petroli Srl inoltrò al Comune una richiesta preventiva di indennizzo per mancato guadagno e perdita clientela pari a 3.400 euro per ogni giorno di chiusura del distributore dovuta ai lavori di rifacimento del manto stradale, con interdizione del traffico veicolare.
Lavori poi iniziati il 22 agosto ed affidati, appunto, alla CO.RI.PAR che si era aggiudicata la gara.
Durante gli scavi, però, erano apparsi subito evidenti ritardi ed interferenze causati, tra le altre cose, da inconsistenza dei sottofondi e scarsa portanza dei piani di posa della nuova struttura stradale, con rilevanti modifiche esecutive in corso d’opera, e l’accumulo di ritardi per scavi a mano ed esecuzione di prove e verifiche in loco. Alle difficoltà operative – perché le sfortune arrivano sempre a coppie –, a circa un mese dall’avvio dei lavori si aggiungono piogge consistenti e nubifragi, con allagamenti delle aree di scavo che non hanno fatto altro che peggiorare e rallentare il già difficoltoso decorso delle opere.
A quel punto, stanca dei continui intoppi ed in attesa di poter tornare a lavorare, la Idp decide di passare per vie legali e il suo rappresentante, l’avvocato Enrico Maria Stramigioli, nell’ottobre del 2016 invia una nota in cui contesta la responsabilità del Comune, rilevando l’inopportuna scelta del periodo di svolgimento dei lavori e il ritardo nell’esecuzione e completamento delle opere, invitando l’amministrazione al risarcimento dei danni subiti dalla propria assistita.
Nel frattempo, la CO.RI.PAR. formula istanza di subappalto delle opere di realizzazione dei nuovi sottofondo e sovrastruttura stradale all’impresa Baldini Sandro di Camerano ma, in seguito al verificarsi di nuove piogge torrenziali, l’appaltatore chiede una sospensione dei lavori. Istanza prontamente rigettata dalla Direzione lavori del Comune che ha ritenuto di non poter accogliere le motivazioni addotte. Di stand by in stand by, le imprese ultimano le asfaltature solo l’8 novembre 2017, oltre un anno dopo l’inizio dei lavori, e il tratto di strada di fronte al distributore viene riaperto il giorno successivo. Da questo momento inizia un serrato carteggio tra l’avvocato della Idp e l’allora Responsabile Unico del Procedimento, l’Ing. Luciano Lucchetti, nel quale il primo, quantificando in 80 giorni il tempo complessivo di interdizione al traffico del Viale della Vittoria, chiede un risarcimento dei danni subiti pari a 28.640 euro – di cui 4.000 per «spese inutilmente sostenute» e 24.640 per mancato guadagno – e il secondo risponde picche perché «tenuto conto delle funzioni proprie dell’Ente, della natura dell’intervento e delle soluzioni tecniche adottate, ribadendo la legittimità e la necessità dell’intervento, nonché la conformità delle modalità operative», esclude l’ipotesi di risarcimento, auspicando una diversa e meno onerosa soluzione alternativa.
Alla fine le parti si accordano per la cifra di 4.153,89 euro come refusione dei soli costi sostenuti nei mesi di settembre e ottobre 2016. Resta però ancora in sospeso la questione con la CO.RI.PAR, a cui l’amministrazione contesta il ritardo nella conclusione dei lavori e, imputando ciò alla mancata proposizione di un sottofondo adeguato e di un subappaltatore in grado di fornire materiale di qualità, invita la ditta a compartecipare al risarcimento del danno verso la Idp per metà dell’importo. Richiesta a cui la CO.RI.PAR. A tutt’oggi, non ha fatto seguito.

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