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Archivio di Stato all’ex Ipsia,
il Comune parteciperà al bando
del ministero

ANCONA – A renderlo noto è stato il vicesindaco Pierpaolo Sediari, rispondendo ad un'interrogazione del neoconsigliere pentastellato Gianluca Quacquarini. La gara, indetta dal dicastero dei Beni Culturali, scade il 28 febbraio. «La struttura di via Curtatone può essere adibita allo scopo». Tempi stretti per adempiere a quanto richiesto dal documento

Il vicesindaco Pierpaolo Sediari

 

di Martina Marinangeli

Il palazzo fatiscente in via Curtatone, che un tempo ospitava le aule dell’Ipsia, potrebbe rinascere a nuova vita come sede della sezione di Ancona dell’Archivio di Stato. La notizia arrivata ieri (25 gennaio), durante i lavori del Consiglio comunale, dalle parole del vicesindaco Pierpaolo Sediari, in risposta ad un’interrogazione del pentastellato Gianluca Quacquarini.
Il ministero del Beni culturali, infatti, ha indetto lo scorso 11 gennaio un bando – il secondo, dopo quello andato deserto nel 2016 – per trovare una struttura adeguata ad ospitare documenti per un valore di circa due milioni di euro.
«Abbiamo già iniziato a parlare anche con gli altri assessori − fa sapere Sediari – e ci stiamo attivando per verificare come rispondere a questo bando. Abbiamo una struttura, l’ex Ipsia di via Curtatone, che può essere adibita allo scopo. Adesso verifichiamo tutto quello che il bando richiede e sicuramente risponderemo in maniera affermativa».

Una corsa contro il tempo, però, perché il bando scade il 28 febbraio e, tra i requisiti richiesti, compaiono la presenza di un impianto di climatizzazione estate/inverno per l’adeguata conservazione del materiale archivistico, un ascensore o, in alternativa, accessi idonei ai disabili, e il rispetto delle norme vigenti in materia antisismica.
«Probabilmente, se anche questo bando non avrà gli esiti sperati – osserva Quacquarini nella sua interrogazione – il ministero per i Beni Culturali potrebbe trasferire in un altro Comune la locale sezione dell’Archivio di Stato, cosa da cui deriverebbe un danno enorme per la città, letteralmente spogliata di un patrimonio culturale di inestimabile valore».

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