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L’Aquila di Filottrano su Camerino:
piazza Cavour riapre dopo il sisma
con un targa per Michele Scarponi

CERIMONIA nel centro storico della città ducale, con l'inaugurazione di un placca dedicata al grande ciclista scomparso e alla sua vittoria della sesta tappa della Tirreno-Adriatico del 2009. Il fratello Marco Scarponi: «Raccontare la sua storia ai ragazzi fa emergere la forza della sua testimonianza»

La cerimonia in piazza Cavour

 

L’Aquila di Filottrano veglierà sulla città ducale.  Camerino stamattina, oltre alla riapertura Piazza Cavour (dopo la prima avvenuta nell’ottobre 2017 e la nuova chiusura sei mesi dopo per il pericolo di crollo dei campanili) ha abbracciato la memoria del grande campione Michele Scarponi, dedicandogli una targa, che ricorderà per sempre a chi si trova a passare di lì il 16 marzo del 2009 e la sua splendida vittoria alla sesta tappa della Tirreno-Adriatico.

La targa in ricordo di Michele Scarponi

«La città di Camerino ricorda con orgoglio Michele Scarponi, che sul traguardo posto su questa piazza, vinse la sesta tappa della Tirreno-Adriatico il 16 marzo 2009», recita la targa metallica che ritrae Scarponi a braccia spalancate, quasi come a volare dopo la fatica di quella memorabile tappa Civitanova-Camerino, rievocata da alcuni video proiettati su un maxischermo. A volere questo ricordo è stata la tenacia del gruppo ciclistico Avis Frecce Azzurre di Camerino e del suo presidente Sandro Santacchi, che avevano un forte legame con Scarponi, divenuto poi testimonial della Granfondo Terre dei Varano. La mattinata presentata da Marco Moscatelli, si è aperta con i saluti istituzionali, per lasciare poi spazio, tra la commozione dei familiari di Michele Scarponi, con i fratelli Marco e Silvia in prima fila, insieme ai loro genitori Flavia e Giacomo, al ricordo di un uomo, prima che atleta, scanzonato, sempre con il sorriso sulle labbra, che poteva nascondere anche momenti più complessi di una personalità che ha lasciato il segno, in tutti coloro che lo hanno conosciuto. «La nostra città vuole essere vicina alla famiglia a dieci anni da questa splendida vittoria, per ricordare tutto quello che Michele ci ha regalato nella sua esistenza, oltre che come campione, con i suoi valori umani, di grande generosità, siamo stati fortunati ad averlo conosciuto, è doveroso ricordarlo per sempre – ha detto Santacchi presidente delle Frecce Azzurre – siamo contenti che questa cerimonia rinviata a causa del sisma, coincida con una giornata di felicità assoluta per lui».

Hanno ricordato l’esempio umano di vita per i giovani, rappresentato dal ciclista marchigiano, il prorettore Unicam Andrea Spaterna ed il sindaco Gianluca Pasqui. Lino Secchi, presidente Federciclismo Marche, ha sottolineato la capacità di sognare che aveva sin da ragazzino e quel modo serio e tenace di intendere il ciclismo, per arrivare all’apice, pur sapendo sdrammatizzare nei momenti più difficili. Non sono mancati al richiamo dal palco i suoi direttori sportivi Giuseppe Martinelli e Gianni Savio, gli ex ciclisti Luca Panichi e Marina Romoli, il giornalista Enzo Vicennati, gli amici del fan club. Ognuno di loro ha aggiunto un piccolo e commovente tassello, aneddoti e ricordi di un campione che sarà vivo a lungo nella memoria di chi lo ha conosciuto. «Qui a Camerino Michele è entrato con questo bellissimo gesto, a braccia larghe – ha detto Marco Scarponi – anche in Sardegna arrivò così, lo faceva sempre. Significa tantissimo, vuol dire che ho avuto ed ho un fratello speciale, splendido, che mi aiuta ad andare avanti, insieme alla mia famiglia, aiuta tanti ragazzi. Sono stato ai licei di Camerino, la forza di Michele è ancora tantissima. Raccontare la sua storia ai ragazzi, un racconto intenso fatto di una storia di famiglia, di territorio, di comunità, di fatica, di sacrificio, ma anche di allegria, e bellezza, fa emergere la forza della sua testimonianza. Si passa poi alla tragedia della violenza stradale, alla fine i ragazzi sono venuti da me, mi hanno abbracciato e guardato negli occhi. Mi è sembrato che Michele sia stato con noi, ho percepito che ero nel posto giusto, anche se non ci dovevo stare».  A nome del campione, prematuramente scomparso due anni fa mentre si allenava per il Giro D’Italia a Filottrano, in un incidente, è stata creata una fondazione che si occupa delle vittime di incidenti stradali e dei loro familiari.

 

 

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