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Soldi sottratti ai clienti
per giocare al Superenalotto:
a giudizio ex direttrice delle Poste

ANCONA - Si tratta di una 57enne che coordinava l'ufficio postale di Cerreto d'Esi. La donna, che dopo una vincita al gioco si sarebbe trasferita in Madagascar per aprire una piccola struttura ricettiva, è imputata per appropriazione indebita, truffa e autoriciclaggio. La procura ha chiesto una condanna a 4 anni di reclusione

 

Avrebbe manipolato i conti corrente dei clienti per placare il vizio del gioco. Una volta vinto il sospirato jackpot, avrebbe restituito alle vittime una parte dei soldi per poi partire alla volta del Madagascar. E’ la vicenda che fa da contorno al procedimento che vede imputata l’ex direttrice delle Poste di Cerreto d’Esi per appropriazione indebita, truffa e autoriciclaggio. Ieri mattina, si è aperta l’udienza preliminare dove la difesa, rappresentata dall’avvocato Giacomo Curzi, ha chiesto di procedere con il rito abbreviato. Poste Italiane è parte civile. C’è già la richiesta di condanna da parte della procura: 4 anni di reclusione per tutti i capi d’imputazione contestati dopo le indagini coordinate dalla Guardia di Finanza. Prendono in esame un arco di tempo che va dal 2008 al 2014, anno in cui la donna si è licenziata, lasciando poi le Marche e l’Italia. Gli ultimi accertamenti delle fiamme gialle avevano rilevato come l’ex direttrice si fosse trasferita in Madagascar per aprire una piccola struttura ricettiva dopo la vincita di una grossa somma di denaro al Superenalotto. Prima di partire, però, avrebbe – almeno secondo la difesa – restituito alle vittime parte delle somme di cui si era appropriata gestendo i loro conti corrente. La procura ha conteggiato almeno cinque correntisti finiti nella rete della donna, animata dalla voglia continua di giocare e sfidare la sorte. I soldi spesi per il Superenalotto potevano arrivare fino a 20 mila euro al mese. A una vittima, stando ai conti della Finanza, avrebbe addirittura sottratto 900 mila euro. Altre altre, un cifra complessiva di circa 400 mila euro. Le indagini erano partite nel 2015 dopo la segnalazione del tabaccaio a cui si rivolgeva l’ex direttrice per giocare la schedina. Stando alla procura, aveva lasciato al commerciante debiti per circa 76 mila euro. Soldi che l’uomo aveva anticipato proprio per permettere all’imputata di giocare, convinto che poi la somma gli sarebbe stata restituita. Sull’ex direttrice è stata fatta anche una consulenza psichiatrica chiesta dalla difesa. E’ emerso come la donna, all’epoca dei fatti, fosse parzialmente incapace di intendere e di volere a causa della ludopatia. La sentenza verrà emessa il 20 maggio.

(Fe.ser)

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