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Botte con il mattarello
e abusi sessuali sulle figlie:
condannato padre-padrone

ANCONA - A scontare sei anni e mezzo di carcere per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata. Le vittime, tra loro distanti di età di un paio di anni, erano minorenni all'epoca dei fatti. Era stata una lettera lasciato sotto il banco di scuola da una delle due a far emergere il contesto in cui vivevano, facendo poi scattare l'iter investigativo

Foto d’archivio

 

Botte, mortificazioni e abusi sessuali sulle figlie: papà condannato. All’uomo è stata inflitta una pena di sei anni e sei mesi di reclusione per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata. Vittime, due sue figlie, all’epoca dei fatti minorenni. Al processo si sono costituite parte civile, attraverso gli avvocati Cinzia Bruschi e Alessandro Sorana. Con loro, come parte offesa, c’era anche la sorellina più piccola che ancora deve raggiungere la maggiore età. Non sarebbe stata materialmente vittima dei soprusi, bensì testimone diretta. Le violenze, accadute a Falconara, sono emerse nel dicembre 2012. Prima delle vacanze di Natale, la mezzana delle tre aveva lasciato sotto il banco di scuola (frequentava le medie) una lunga lettera dove raccontava il clima vissuto in casa e le vessazioni subite a causa del padre. Il foglio era finito in mano ai compagni di classe e poi a una professoressa. Da lì, è iniziato l’iter che ha portato l’uomo sotto processo, anche con l’interessamento del tribunale dei minori e dei servizi sociali. Secondo quanto emerso, l’imputato avrebbe picchiato le figlie per nulla. In un’occasione, una sarebbe stata aggredita dopo aver rotto accidentalmente un bicchiere. Le botte venivano spesso date con un cucchiaio di legno o un mattarello. Una di loro – ha raccontato – è stata ferita di striscio al volto con un coltello. E poi, l’uomo avrebbe impartito loro un’educazione rigida, costringendole a vestirsi e tagliarsi i capelli in un certo modo. Anche le frequentazioni – hanno denunciato le vittime – sarebbero state limitate ai contatti del padre, vicino a contesti religiosi.  Tra i soprusi emersi, la costrizione a digiunare e saltare i pasti. E’ contestato anche il capitolo degli abusi sessuali, attuati – secondo le accuse – quando le ragazzine avevano raggiunto l’età adolescenziale. L’uomo, difeso dall’avvocato Giampaolo Cosimi, ha sempre respinto ogni contestazione. La moglie non sarebbe mai accorta di nulla.

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