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Si autodenuncia in caserma:
«Sono irregolare, arrestatemi»

JESI - E' accaduto ieri sera, quando un polacco pregiudicato di 35 anni si è presentato ai militari sostenendo che era già stato espulso due volte. Sarebbe rientrato in Italia per sfuggire a una situazione di pericolo in cui era caduto durante un passaggio in Germania

«Non posso stare in Italia, sono stato espulso. Dovete arrestarmi». Sono state queste le parole che ieri sera si sono sentiti dire i carabinieri di Jesi da un polacco pregiudicato di 35 anni. L’uomo, con alle spalle una condanna definitiva inflitta dal tribunale per maltrattamenti in famiglia e un ordine di espulsione, si è presentato in caserma dopo aver varcato il confine italiano pur non avendone il diritto. Lo straniero è stato arrestato e, dopo l’udienza di questa mattina, è stato condotto in una cella di Montacuto in attesa del processo che inizierà il 12 giugno. L’accusa è quella di non aver ottemperato al decreto di espulsione e al divieto di rientro in Italia imposto dal tribunale. La decisione era stata presa dalla magistratura in concomitanza con una condanna a due anni e quattro mesi ottenuta nel 2015 per maltrattamenti in famiglia. Per quel reato, il polacco (difeso dagli avvocati Umberto Gramenzi ed Elisa Gatto) era stato arrestato proprio dai carabinieri di Jesi. Vittime, il fratello e la mamma. Scontata la pena, nell’aprile 2017 è stato portato in Polonia. Tre mesi dopo è rientrato in Italia. Ed è stato di nuovo arrestato, giudicato, condannato ed espatriato. Ieri, un altro ingresso irregolare. Stando a quanto emerso, il polacco si sarebbe rifugiato in Italia per necessità e per sfuggire a una situazione di pericolo creata durante un suo soggiorno in Germania. Dunque, si sarebbe presentato spontaneamente dai carabinieri proprio con l’intenzione di farsi arrestare e portare in carcere. In effetti, è andata proprio così. Questa mattina, il giudice Elisa Matricardi ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare del carcere di Montacuto, in attesa del processo. Il polacco, oltre che per maltrattamenti, era stato anche condannato a due anni di carcere per violenza sessuale: aveva palpato il il sedere della dottoressa della guardia medica di Moie. Era giugno 2014.

(fe.ser).

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