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‘Spese facili’ del Consiglio Regionale,
le prime richieste di condanna

ANCONA - Per i quattro che, per ora, hanno deciso di farsi giudicare con il rito abbreviato. Sono Stefania Benatti, Adriana Mollaroli, Francesco Acquaroli e Lidio Rocchi. I primi tre rischiano due anni. L'ultimo il doppio della pena

 

‘Spese facili del Consiglio Regionale, ecco le prime richieste di condanna. Sono state formalizzate questa mattina dal pm Ruggiero Dicuonzo nei confronti di quattro ex consiglieri che hanno deciso di affrontare l’accusa di peculato con il rito abbreviato. Si tratta di Stefania Benatti, Adriana Mollaroli (entrambe Ulivo-Margherita, poi Pd), Francesco Acquaroli (Popolo della Libertà all’epoca dei fatti) e Lidio Rocchi (presidente del Gruppo Misto). Per i primi tre, la procura ha chiesto due anni di reclusione. Per Rocchi quattro anni. Una pena più alta derivata dal fatto che era responsabile della gestione dei fondi del suo gruppo. A tutti vengono contestate spese che per la procura sono state sostenute con documentazione non idonea a provarne il costo o comunque giudicate non direttamente legate all’attività politica. In totale, la cifra finita sotto la lente della pubblica accusa ammonta a circa 20mila euro e riguarda spese legate ad internet, alla ristorazione, all’acquisto di libri, trasferte, consulenze e collaborazioni professionali esterne. Le sentenze sono attese tra il 18 ottobre e l’11 novembre, quando il gup Francesca De Palma dovrà decidere anche su altri eventuali richieste di abbreviato, non ancora formalizzate, e sul rinvio a giudizio chiesto oggi in udienza dal pm per gli indagati. Sono 60. Dalla partita sono usciti coloro che fin dalla prima udienza preliminare avevano deciso di procedere con il rito abbreviato (Spacca, Bugaro, Comi, Binci e Ricci) e Filippini, ex collaboratore Idv.

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