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La “mezza” via Persiani,
percorso in degrado al Piano

ANCONA - Rifiuti, topi, feci, orina, rischio allagamento, gentaglia indesiderata. E la zona franca per tossici dietro la siepe alla fine del cavalcavia

Via Persiani al Piano lato cavalvavia della Ricostruzione

La via vista dall’altro lato, si nota lo stato degradato dell’asfalto

 

di Giampaolo Milzi

(foto Giusy Marinelli)

Quartiere Rione Piano, il “lato oscuro” e pochissimo noto di via Persiani coi suoi immediati confini, sul lato destro del cavalcavia per chi viene da piazzale Europa, è davvero nella situazione di grave degrado descrittaci da alcuni cittadini. Senza successo gli sos inviati che hanno inviato alle istituzioni. Sporcizia diffusa, rifiuti, il manto stradale crepato in più punti e con avallamenti, pezzi di intonaco al suolo staccatisi da pareti scrostate, puzza di orina e feci di animali e umane, ratti, umidità e, sul finire della sopraelevata di via della Ricostruzione (il cavalcavia, appunto), una sgarrupata, lunga siepe che nasconde un ombroso corridoio di terra trasfornatosi cronicamente in “drogatoio”. Sì, siamo a due passi dall’inizio di corso Carlo Alberto e piazza Ugo Bassi, nel secondo centro di Ancona quindi. Ma l’effetto per occhi e naso è quello di uno spaccato periferico di terzo mondo. Un’area alla quale si accede da più punti, ma il risultato della perlustrazione è sempre lo stesso, avvilente.  Il fondo, urbanisticamente parlando per una città civile come Ancona, lo si tocca proprio infilandosi nello stretto percorso “inghiottito” dalla citata siepe, che dà su questa fetta di via Persiani (pur separata da essa), Tra cartacce, bottiglie di plastica vuote, mattoni, immondizia frammentata, tante siringhe usate, abbandonate, ancora più numerose le confezioni di plastica delle stesse.

Siringhe usate lungo il viottolo coperto dalla siepe alla fine del cavalcavia

E cartine per rollarsi spinelli di cannabis. “Drogatoio”, ma anche estemporanea zona franca per espletare bisogni corporali, feci “a go go”. Sul lato sinistro del cunicolo all’aperto, un muretto a forma di “L”, sul quale sono state stese pagine di giornali, dove i tossici bevono e smaltiscono gli effetti degli stupefacenti. Di notte, soprattutto. Prima che inizi la siepe, ecco il primo ingresso nella via Persiani che non avremmo voluto percorrere nelle condizioni in cui è. Si scendono delle scalette dal cavalcavia, l’asfalto è dissestato, nel grande angolo su cui danno le umili palazzine che si affacciano su piazza Ugo Bassi, una sedia di plastica, rifiuti, erbacce, luridume, e quella puzza maledetta. Proseguendo dritti, ecco a sinistra il secondo accesso, una specie di antro lungo alcuni metri che sbocca ad inizio corso Carlo Alberto.

Una trappola per topi piazzata da una residente

A destra alcuni numeri civici, di botteghe-magazzini ad uso probabilmente di esercenti del corso. Solo in fondo, senza sbocco perché l’itinerario si conclude in due proprietà private, lo scenario cambia. Scalette linde con vasi di fiori che portano alla porta secondaria di un candido appartamento. Dove abita la gentilissima Beatrice Gasperi col marito. “L’androne che dà sul corso Carlo Alberto l’ha visto? Ecco, è da lì, che soprattutto dopo la tarda serata passa la gente che viene a fare pipì ed altro proprio da queste parti. – racconta la signora – Fiato sprecato dire a questi tizi, stranieri e italiani, che non ci si deve comportare così. Ti rispondono che a piazza Ugo Bassi e in corso Carlo Alberto non esistono servizi igienici pubblici. Ed è vero. Roba da non credere”. Ma il Comune che fa? “Una volta ha mandato personale a tagliare le erbacce. Anconambiente? Si sarà fatta viva una volta in dieci anni. E in questo pezzo di via non c’è né disinfestazione, né derattizzazione”.

L’oscuro mini tunnel-antro d’ingresso da inizio corso Carlo Alberto

E già, i topi, grossi topi. Ci pensano i gatti, a cacciarli. E la signora Beatrice, costretta a piazzare una gabbietta con trappola proprio dietro le scalette di casa sua. “A casa mia ci sono entrati”, aggiunge Michele Racano, un ex finanziere che ha un bel giardino curato confinante con la zona della vicina. “Non solo topi, sporcizia e balordi. – aggiunge – E c’è anche il problema degli allagamenti. Nei primi di luglio scorso, dopo un acquazzone, qui è diventato un fiume, il mio giardino si è trasformato in un laghetto, con l’acqua che ha invaso il mio appartamento e i due garage-magazzini più in là”. E com’è andata a finire? “Siamo stati noi residenti ad aprire i tombini. Io sto aspettando il risarcimento danni dall’assicurazione. Poi il Comune ha provveduto alla riasfaltatura, ma il problema resta, è strutturale”. In che senso? “Due anni fa, a causa di una perdita della condotta fognaria sotto il manto stradale, c’era già stato un allagamento. Quelli del Comune hanno ristrutturato questo tratto della via, ma modificando la pendenza e così la situazione è peggiorata, quando piove l’acqua scorre in discesa e ristagna”. E, come se non bastasse, un giallo. Il signor Racano: “Mica siamo sicuri che questa parte di via Persiani sia tutta pubblica o almeno in parte condominiale… ho fatto ricerche al Catasto, dall’esito incerto”. Ma tant’è, ci sono i numeri civici, c’è la pubblica illuminazione. Incontriamo il postino, che consegna la corrispondenza, e dice la sua: “Ma sì, qui è zona pubblica”.

Un angolo coperto da rifiuti ed erbacce

E la gente ci passa, infatti. Scendendo dalle scalette del cavalcavia, passando dall’antro-tunnel del corso. Oppure c’è chi fa il “giro largo”, provenendo dall’inizio di via Persiani (svolta a destra dopo qualche decina di metri del corso), passando davanti alla zona-slargo fortunatamente più che decorosa della strada, dove si affaccia lo storico e popolarissimo Circolo 14 febbraio (già Società di mutuo soccorso fondata nel 1887). All’angolo terminale della bella e grande sede del circolo, un cancello di ferro, ma è aperto. E da lì, ecco un’altra possibilità di intrufolarsi nel “braccio” degradato di via Persiani. Con la zona delle già citate scalette dove di notte bivaccano e scherzano giovani “a tutta birra”, sempre secondo quanto raccontano i residenti. I quali, un po’ rassegnati, tirano avanti, e si turano il naso. Eppure in Comune sanno, di questa mezza via un po’ troppo marcia. “Lo sa l’assessore alle Manutenzioni, Stefano Foresi. “L’abbiamo avvertito più volte, l’ultima un paio di mesi fa”, ricorda la signora Beatrice”. Della serie “chi l’ha visto”?

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