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Riduzione degli orari di sportello,
penalisti dorici in rivolta

ANCONA - Su decisione della procura, sarà aperto solo due ore a settimana. Il presidente Miranda: «Siamo pronti a fare quanto necessario»

Maurizio Miranda, presidente avvocati

 

La decisione della procura di Ancona di limitare l’apertura dello sportello dibattimentale ad appena 2 ore a settimana ha suscitato la rivolta indignata degli avvocati che hanno convocato d’urgenza una seduta allargata della commissione del Consiglio dell’Ordine – Osservatorio Giustizia Penale e della Camera Penale.  La riduzione degli orari di sportello deciso  ha posto in evidenza il tema della gravissima carenza di organico. «A fronte delle 54 unità di personale previste dalla pianta organica, oggi vi sono 19 posti non coperti – ha detto Maurizio Miranda, presidente dell’Ordine degli Avvocati – e questo non è più tollerabile perché crea disagio e ritardi nell’amministrazione della giustizia».  «Se nel merito la misura rischia di ledere il diritto alla difesa, nel metodo gli avvocati non hanno gradito di essere informati del provvedimento preso senza essere preliminarmente consultati» –  ha sottolineato Marina Magistrelli che coordina l’Osservatorio Giustizia penale in seno al Consiglio dell’Ordine. Per Ferdinando Piazzolla, presidente della Camera Penale «è fondamentale ristabilire la dignità e la centralità della figura dell’avvocato – ha precisato – che viene ormai costantemente mortificata ed è per questo che dobbiamo essere proprio noi avvocati che, nel chiedere rispetto, dobbiamo prevedere azioni che ci consentano di ottenerlo». Nel corso della riunione sono emerse varie ipotesi che riguardano sia iniziative eclatanti che sensibilizzino l’opinione pubblica sulle criticità di un tema, la giustizia, che riguarda la vita democratica, ma al contempo agire verso le più alte istituzioni, Governo e Parlamento. «Siamo pronti a fare quanto necessario – ha concluso Miranda – e intendiamo andare in fondo alla questione forti di una rinnovata compattezza dell’intero comparto degli avvocati e della convinzione di difendere ragioni sacrosante che non possono non essere ascoltate e soddisfatte in un paese civile».

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