di Gianluca Ginella (foto di Fabio Falcioni)
Siti web costruiti ad hoc, spesso con immagini prese dai portali di famosi brand, per vendere prodotti contraffatti a clienti che credevano di fare un affare: 98 quelli chiusi dalla Guardia di Finanza di Macerata. L’indagine è cominciata nell’estate dello scorso anno. Tutto è nato in seguito ad una denuncia di un uomo che aveva comprato su un sito un giubbotto Moncler e un paio di scarpe che poi si è accorto che non erano originali.
I finanzieri della Compagnia di Macerata, diretta dal capitano Emilio Fuscellaro, hanno dato via alle indagini sull’e-commerce del falso arrivando a identificare 98 siti web che vendevano prodotti fake. Siti che non avevano base in Italia ma i cui server si trovavano all’estero: Germania, Francia, Danimarca, Stati Uniti, Panama, Cina, Gran Bretagna. Secondo le indagini il giro d’affari di questi siti era enorme «parliamo di milioni di euro» dice il capitano Fuscellaro. I siti vendevano ogni genere di prodotto e in particolare di brand famosi come Moncler, Pinko, Stone Island, Golden Goose. «Abbiamo ripetuto, ma in forma più incisiva, una esperienza fatta già qualche anno fa di individuare siti che vendevano merci contraffatte – spiega il procuratore Giovanni Giorgio, che ha coordinato le indagini insieme al pm Rosanna Buccini –, l’analisi della merce è stata effettuata dal nostro esperto (Pietro Dal Ben, ndr). Il nostro intervento è a tutela delle imprese che vengono danneggiate in modo cospicuo da queste vendite illecite, i danni alla nostra economia sono enormi». «Dopo la denuncia abbiamo interessato le case madri che hanno confermato che i siti non erano autorizzati a vendere questi prodotti e accertato erano contraffatti – spiega Fuscellaro –. Abbiamo monitorati circa 200 siti. Il consulente Dal Ben ha poi effettuato delle perizie sui prodotti commercializzati. Siamo riusciti ad evidenziare che i siti erano tutti fuorilegge e che i prodotti erano contraffatti. Abbiamo anche fatto una simulazione su sei siti web per vedere quanti capi si potevano comprare, su alcuni si poteva arrivare a ordinarne fino a mille. Un giro d’affari da milioni di euro». «Come accorgersi che vendono prodotti illeciti? Un modo è che questi siti non permettono pagamenti con sistemi che consentono, in caso di problemi, di riavere indietro il denaro. Parlo di Paypal o American express. Questa è stata una delle indagini più importanti su siti internet a livello nazionale» dice Dal Ben. Il colonnello Amedeo Gravina, comandante provinciale della Finanza, sottolinea che «questa è una vera e propria truffa. Questo tipo di siti sta proliferando con la grande espansione dell’e-commerce». In seguito alle indagini la procura ha chiesto e ottenuto dal gip del tribunale di Macerata un sequestro preventivo dei siti, l’indagine al momento è contro ignoti.
Il colonnello Amedeo Gravina e, seduti, da sinistra: il capitano Emilio Fuscellaro, il procuratore Giovanni Giorgio e il consulente Pietro Dal Ben
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