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Pd, Base riformista suona la sveglia:
«Tattiche attendiste e aspirazioni di pochi
stanno bloccando la coalizione»

RICHIAMO all'asse Gostoli-Ceriscioli in vista delle regionali: «Serve un candidato che possa interpretare al meglio e con credibilità questa nuova fase. Urgente costruire un’ampia coalizione che vada dagli attuali alleati per aprirsi al civismo e al M5s. Unire chi vuol costruire un’alternativa alla destra è imprescindibile»

 

Leonardo Catena

 

«Le elezioni regionali saranno un banco di prova difficile, il Pd deve lavorare per vincerle. Ma vincerle per costruire qualcosa di nuovo che rappresenti le istanze dei nostri cittadini». Così Leonardo Catena, coordinatore regionale di Base riformista (l’area dem che fa riferimento al deputato Mario Morgoni e alla sottosegretaria Alessia Morani), indica la strada verso le elezioni di primavera. Una strada però opposta a quella delineata per il momento dal segretario del Pd regionale, Giovanni Gostoli, che invece in questi giorni, nonostante un sempre più diffuso malumore nei confronti di una candidatura blindata del governatore uscente Ceriscioli, ha ribadito  che «Il Pd ripartirà dalla riconferma di Ceriscioli, mettendoci a disposizione delle valutazione dei possibili alleati».

Giovanni Gostoli e Luca Ceriscioli

Gostoli è insomma indifferente agli “scalpitanti” Valeria Mancinelli e Matteo Ricci (sindaci di Ancona e Pesaro che ambirebbero a scendere in campo), ma ci sono altre anime del partito che la pensano diversamente.«Fra pochi mesi – spiega Catena -, torneremo al voto per rinovare il governo della Regione. Ci avviamo a questo importante appuntamento in uno scenario molto diverso rispetto a 5 anni fa. Gli eventi sismici del 2016, il crack di Banca Marche e la crisi economica che ha continuato a colpire alcuni settori strategici del nostro tessuto produttivo, le difficoltà del sistema di welfare regionale (sanità, sociale, lavoro) ad affrontare le criticità determinate da profonde trasformazioni socioeconomiche e culturali, le sempre più frequenti emergenze idrogeologiche disegnano uno scenario completamente diverso. Quello che più preoccupa è la sfiducia diffusa verso le istituzioni e un senso crescente di frustrazione. Le difficoltà del vivere quotidiano si aggravano di fronte alla complessità di un mondo che non da più certezze per il futuro e finisce per disorientare in modo trasversale le diverse generazioni. Un disagio su cui i sovranisti di estrema destra cercano di costruire il consenso con slogan e con una informazione distorta. Di fronte a questo scenario preoccupante il Pd non si può permettere di indugiare in tattiche attendiste, né tantomeno minimizzando il sentire degli elettori come se l’insoddisfazione fosse frutto unicamente di una errata percezione dell’operato della politica.

Il concetto chiave, per Catena, è “non perdere tempo”: «Occorre, senza perdere tempo prezioso, riaccendere speranza e entusiasmo attraverso un progetto politico innovativo che guardi al futuro della nostra regione. Si parta, quindi, da questo per costruire un’ampia coalizione che vada dagli attuali alleati per aprirsi al civismo e al M5s e che unisca chi vuol costruire un’alternativa alla destra, oggi imprescindibile per poter aspirare al governo regionale. Sarà, poi, la coalizione ad indicare un candidato presidente, senza alcuna preclusione così come senza alcun automatismo, che possa interpretare al meglio e con credibilità questa nuova fase. Perché in politica gli interessi o le aspirazioni di pochi, seppur legittime, non possono venir prima degli interessi di una comunità politica ne tantomeno di una comunità regionale. Il Pd esprime nei territori una classe dirigente diffusa e competente, come dimostrato dai recenti risultati alle elezioni comunali, che può dare un contributo a queste causa. Così come nella società civile ci sono risorse fondamentali da cui attingere. Il Pd deve tornare a parlare con e in mezzo alle persone – conclude Catena -. Ascoltare con grande attenzione i messaggi che vengono dalle piazze strapiene delle sardine che stanno chiedendo buona politica e che stanno ridimensionando il seguito della destra e dei suoi leader».

 

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