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Marche2020, Arrigoni “spara” su Mancinelli:
«Vuole solo rottamare Ceriscioli»

ELEZIONI - Il coordinatore della Lega cambia il suo bersaglio politico e attacca la sindaca di Ancona. Nel mirino il suo tour per presentare il libro "I principi del buon governo", l'indagine Ghost Job e i fondi ricevuti dalla Regione per la sua amministrazione. Il centrosinistra attende Orlando che arriverà domenica. Nodi da sciogliere: Ceriscioli farà un passo indietro? Primarie sì o no? Il segretario Gostoli plaude le Sardine: «Dobbiamo ascoltarle»

 

Valeria Mancinelli nella redazione di Cronache Maceratesi

 

Valeria Mancinelli nel mirino della Lega. Il senatore Paolo Arrigoni, coordinatore regionale del partito, aggiusta il bersaglio e dopo mesi di attacchi a spada tratta al governatore Luca Ceriscioli, questa volta se la prende con “I principi del buon governo” che definisce «operazione di marketing che gonfia l’ego del sindaco Mancinelli per rottamare Ceriscioli».  L’uscita del senatore arriva a due giorni dalla visita (domenica 9 febbraio) del vicesegretario dem Andrea Orlando, chiamato a sbrogliare la matassa del Pd marchigiano. Il suo intervento sarebbe orientato a spingere Ceriscioli a fare un passo indietro al quale però il governatore, convinto di aver lavorato bene e di poter misurare i frutti del suo operato, sembra tutt’altro che pronto. L’alternativa sono le primarie caldeggiate anche dalla direzione maceratese del Pd, le quali però ufficializzerebbero la spaccatura del partito e probabilmente non servirebbero a convincere la Mancinelli a scendere in campo. Intanto il  segretario del Pd Giovanni Gostoli corteggia le sardine che comunque hanno manifestato la non intenzione di avere rappresentanti in Regione. «Sono ossigeno per la democrazia – commenta –  un contributo straordinario di impegno civile che è stato capace di risvegliare le coscienze. Vogliono un’alternativa alla cultura dell’odio dei populisti e dei sovranisti. Una buona politica all’insegna dell’antifascismo, della partecipazione e dell’ascolto della società civile. Nelle Marche chiedono senso di responsabilità, l’unità del campo progressista e un cambio di passo per aprire una fase nuova. Dobbiamo ascoltarle».

Paolo Arrigoni

Il senatore leghista Paolo Arrigoni

Nell’attesa che il centrosinistra definisca la sua strategia, Arrigoni  si avvantaggia e accusa la sindaca di Ancona di aver incassato per il suo Comune dalla Regione la maggioranza dei fondi destinati alle amministrazioni locali, lasciando a bocca asciutta tutto il resto del territorio. Il responsabile della Lega non risparmia neanche il premio di miglior sindaco nel mondo vinto da Mancinelli.«Per quanto possa apparire disinteressato e persino romantico, il tour di Valeria Mancinelli per le Marche è in realtà un’operazione di marketing politico congegnata e partita dal “World Mayor Price 2018”, cioè il miglior Sindaco del Mondo. Un premio dal nome altisonante, attribuito al sindaco di Ancona da una fondazione privata, aperta a contributi economici di privati, che accetta ben volentieri candidature, e che per attribuire il titolo di migliore amministratore pubblico del pianeta Terra si è basato su “ben” 149 voti, nemmeno sufficienti per diventare consiglieri di circoscrizione. Sul totale dei clik on line sul portale dedicato 126 provenivano da Ancona, mentre 23 dal resto del mondo».
E dalla Mancinelli passa anche l’attacco al Pd: «In attesa che “I principi del buon governo” diventi un film a puntate sulle gesta eroiche di questo sindaco che “nel caos del mondo che cambia” si sporge su un “abisso” nel Comune di Ancona, prodotto da gente incapace, che aveva mal governato e che ha reso necessaria la sua discesa dall’Olimpo per salvare, con umiltà, la città dalla deriva, occorre ricordare una non banale dimenticanza: la signora Mancinelli si è scordata di scrivere che l’abisso, come lo chiama lei, è stato creato dal centrosinistra, per il quale tra l’altro era assessore –  ricorda Arrigoni. – Lo dica: gli incapaci di prendere decisioni e i buoni a nulla sono stati proprio i suoi compagni del Pd».

E ancora l’inchiesta “Ghost Jobs”: «L’epopea letteraria del sindaco Mancinelli prosegue citando il concetto cardine del suo governo locale: “l’onestà, che bisogna concretizzare con l’esempio”. Sarà per questo che il sindaco non si è mai fatta delle domande sulle opere pubbliche mai eseguite, parzialmente realizzate o per le quali il Comune di Ancona avrebbe sborsato, secondo l’inchiesta “Ghost Jobs”, cifre astronomiche rispetto al loro reale valore? Non è preoccupata che i suoi assessori siano indagati nella medesima inchiesta per abuso d’ufficio, truffa, turbativa d’asta o omissione di atti d’ufficio?».

Giovanni Gostoli

«Quando la Mancinelli parla invece di che cosa sia la “sincerità”, partendo dalla necessità di fare le cose, anche in solitudine quando “il resto del mondo non ti aiuta”, ci dovrebbe anche raccontare, per dovere di sincerità, che proprio la Regione che negli ultimi mesi ha attaccato continuamente, nel tentativo di screditare il compagno di partito Ceriscioli e di mostrarsi come la migliore candidata presidente, ha elargito alla sua Amministrazione ben 183 milioni di euro tra fondi propri ed europei dal 2015 ad oggi – ricorda ancora Arrigoni. -Sincerità vorrebbe che si ammettesse che la Regione ha concentrato tutti i fondi proprio su Ancona, mentre il resto della provincia anconetana, così come gli altri territori marchigiani, sono rimasti a bocca asciutta. La sincerità sarebbe quella di evidenziare che la Sanità regionale ha investito solo e soltanto su Ancona, creando disservizi nelle aree interne, che sono state dimenticate. Lì ci sono tanti sindaci eroici che nonostante le avversità mantengono la posizione, talvolta con sacrifici personali, e che lottano per garantire servizi socio sanitari essenziali per i loro cittadini. Mentre di questi sindaci non si parla, mentre la Regione non li ascolta, per la diva Mancinelli, campionessa di onestà e sincerità, ecco una pioggia di fondi che le sono stati sicuramente utili a dispensare, con l’Ipertrofia dell’Ego, lezioni di “buon governo”, a spese però di tutti i marchigiani».

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