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Inrca rivoluzionato per il Covid-19:
struttura ad hoc
nella palazzina delle lungodegenze

ANCONA – In attuazione del piano regionale, anche l'ospedale della Montagnola si sta riorganizzando: a disposizione, al momento, 25 posti letto ed è in allestimento una piccola area rianimazione. Sospese le attività dei reparti chirurgici

Foto d’archivio

 

di Martina Marinangeli

Rivoluzione interna all’Inrca di Ancona per contenere l’emergenza Coronavirus. In attuazione del piano regionale, anche l’ospedale della Montagnola si sta riorganizzando ed ha individuato nella palazzina che ospita le lungodegenze e la clinica la struttura adatta per ospitare le persone risultate positive al Covid-19 con necessità di cure mediche. «Si tratta di una palazzina a parte rispetto alla struttura principale – spiega Gianni Genga, direttore generale dell’Inrca – e, come da piano regionale, abbiamo messo a disposizione 25 posti letto, anche se è tutto in divenire. Ci coordiniamo costantemente con l’ospedale di Torrette e stiamo aderendo alle misure richieste come gli altri ospedali della rete regionale. I ricoverati nella lungodegenza sono stati spostati in altri reparti: al momento, i reparti chirurgici hanno sospeso le attività, a parte quelle indifferibili che sono state spostate all’ospedale di Osimo».

Gianni Genga

La riorganizzazione interna all’Inrca ha previsto anche l’allestimento di una piccola area rianimazione «che finora non avevamo mai avuto alla Montagnola. Stiamo creando una sorta di RIA in un ambiente protetto sempre all’interno della palazzina dedicata, con pazienti intubati da qualche giorno». All’interno del nosocomio sono inoltre stati differenziati i percorsi ‘pulito e sporco’, per evitare contatti tra persone contagiate ed altri pazienti, ed allestite nuove aree di degenza. «Ci siamo reinventati al volo un nuovo modello di ospedale – osserva Genga – grazie al personale di eccellenza che si sta dando da fare senza sosta per renderlo possibile. Il periodo che stiamo vivendo è complicato, soprattutto per le persone costrette a rimandare i loro approfondimenti sanitari, ma al momento il coronavirus è la priorità assoluta».

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