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I tentacoli di Cosa nostra sulle Marche,
sei cavalli sequestrati a Montegiorgio
in una maxi operazione antimafia

INCHIESTA "MANI IN PASTA" - Ordinanza di custodia cautelare per 91 tra boss, gregari, estorsori e prestanome dei due storici clan palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella. Sequestrati beni per 15 milioni in nove regioni d'Italia. Tra questi alcuni animali custoditi all'ippodromo San Paolo

Foto d’archivio

 

I tentacoli della piovra sulle Marche. Ha raggiunto il Fermano, in particolare l’ippodromo San Paolo di Montegiorgio, la maxi operazione contro Cosa Nostra della Guardia di finanza di Palermo che ha arrestato 91 tra boss, gregari, estorsori e prestanome dei due clan palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella. In manette sono finiti esponenti di storiche famiglie mafiose palermitane come quelle dei Ferrante e dei Fontana. Le accuse contestate sono a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, ricettazione, riciclaggio, traffico di droga, frode sportiva e truffa. Un’inchiesta coordinata dal procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Amelia Luise, Dario Scaletta e, appunto, dall’ormai ex pm della Dda di Palermo, Roberto Tartaglia, oggi il numero due del Dap. Sono stati 500 i militari dell Fiamme gialle impegnati in nove regioni (Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania) con l’appoggio di un mezzo aereo e di cani addestrati per la ricerca di armi, stupefacenti e valuta. Sequestrati anche beni del valore di circa 15 milioni di euro. «In questi giorni le misure di distanziamento sociale e il lockdown su tutto il territorio nazionale hanno portato alla totale interruzione di moltissime attività produttive, destinate, tra qualche tempo, a scontare una modalità di ripresa del lavoro comunque stentata e faticosa. Nelle prossime settimane, i riflessi di questa situazione sono suscettibili di creare un contesto assai favorevole per il rilancio dei piani della associazione criminale sul territorio d’origine e non solo», questo l’allarme lanciato dal gip del Tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini, nell’ordinanza di custodia cautelare.  L’inchiesta ha spezzato gli affari delle Ferrara e Fontana, svelando gli interessi dei clan negli appalti e nelle commesse sui lavori eseguiti ai Cantieri navali di Palermo, nelle attività del mercato ortofrutticolo, nella gestione delle scommesse online e delle slot-machine, oltre che in quella “storica” del traffico di droga e nelle corse dei cavalli. Ed è proprio grazie al mondo dei cavalli che i tentacoli della piovra hanno raggiunto il Fermano. Tra i sequestri ordinati dal gip in tutta Italia, infatti, figurano anche sei cavalli da corsa che si trovavano nelle scuderie dell’ippodromo San Paolo di Montegiorgio.  Secondo gli inquirenti, i cavalli, ognuno dei quali ha un valore economico persino superiore a un’auto di lusso, sono stati presumibilmente acquistati con denaro riciclato e sarebbero stati utilizzati per frodi sportive con la collaborazione dei loro guidatori che, su ordine del boss della cosca o dei suoi sodali, truccavano le corse al trotto. I cavalli facevano capo a un allevatore siciliano, residente nel Fermano, che si ora si trova ai domiciliari. 

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