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Appello per una candidatura
‘d’alternativa’ alla presidenza
della Regione Marche

ANCONA - Mobilitazione popolare via web per un nuovo governo regionale firmata dagli attivisti del Blog Comunista delle Marche e dagli esponenti di alcune delle categorie più colpite da una crisi che si riconoscono nello storico simbolo dei lavoratori, la falce e il martello.

 

 

Non sono iscritti a Confindustria, né invitati a parlare a Villa Pamphili. Sono operai, disoccupati, precari, operatori culturali, artigiani, piccoli imprenditori, liberi professionisti che pagano maggiormente il prezzo di una crisi economica accelerata dall’emergenza sanitaria. E firmano per “un’alternativa di sistema”. Un appello per la presentazione di una “Lista Comunista!” alle prossime elezioni regionali. Secondo l’appello, consultabile sul primo blog regionale di mobilitazione per la formulazione di una candidatura alternativa alla presidenza della Regione Marche, (https://comunistaperlemarche.blogspot.com ) «negli ultimi trent’anni il nuovo corso politico ed economico neoliberista è stato caratterizzato da un attacco senza precedenti, portato su scala sovranazionale, ai salari, ai diritti ed allo stato sociale. – scrivono in una nota gli attivisti del ‘Blog Comunista per le Marche- A questa offensiva né la nuova sinistra politica, né il movimento sindacale hanno saputo rispondere. La resa di queste forze al progetto liberista dell’Ue e un’accelerazione della loro stessa crisi come soggetti sociali e politici, è sfociata nella loro esclusione dalle principali istanze della democrazia rappresentativa». Il documento, capace di vantare un numero di sottoscrizioni in crescita costante, sostiene che le istanze sociali e popolari di chi è più debole siano così orfane di «rappresentanza concreta». «In questo contesto- prosegue l’analisi- le prossime consultazioni elettorali regionali devono essere considerate un fondamentale passaggio: da un lato, sono elezioni politiche di enti pubblici legislativi, dall’altro, riguardano istituzioni che hanno poteri di governo non sempre inferiori allo Stato, ma al contrario, molte volte, anche più penetranti».

In particolare, per i sottoscrittòri, «la sovranità statuale ha subito un doppio attacco da parte delle oligarchie capitaliste, uno agito dall’alto, mediante il rafforzamento di sovranità transnazionali ed antidemocratiche come l’Ue, la Bce e la Nato, l’altro dal basso, con il processo di regionalizzazione, in Italia cavalcato tanto dalla Lega Nord quanto dal Pd» considerati «due facce della stessa medaglia» e ritenuti entrambi «esecutori territoriali di una pesante limitazione della sovranità popolare e dell’espansione delle politiche economiche neoliberiste, in ragione delle quali gli enti locali, sottoposti all’imposizione del pareggio di bilancio e legittimati da un’interpretazione estensiva del principio di sussidiarietà, entrambi inseriti in Costituzione con riforme bipartisan, hanno proceduto a privatizzare i settori economici pubblici ed i servizi essenziali, come quello sanitario, che è stato duramente intaccato regione per regione. Severo il giudizio sugli ultimi due lustri di centrosinistra marchigiano durante i quali «si è assistito allo smantellamento della sanità pubblica ed al finanziamento di quella privata; alla chiusura di reparti, punti nascite, ospedali e strutture sanitarie sul territorio; al fallimento della Banca delle Marche; alla chiusura di fabbriche ed alla desertificazione industriale del territorio, con profitti milionari per i grandi imprenditori e disoccupazione per i lavoratori». L’obiettivo dell’iniziativa è volto a «contrapporre alla destra reazionaria ed al centro-sinistra una vera alternativa di sistema, a tutti i livelli: locale, regionale, statale ed internazionale». Cominciando dalle Marche.

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