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Operaio edile sale su una gru
per protesta e minaccia di gettarsi

JESI - Task force di soccorsi stamattina nel cantiere di San Giuseppe per convicere l'uomo, che lamentava di essere sottopagato e in arretrato di restribuzioni, a scendere a terra

Foto d’archivio

 

 

Sale su una gru a quasi 20 metri da terra minacciando di gettarsi giù, per urlare la disperazione di essere sottopagato e di non essere retribuito con regolarità. Il gesto di protesta di un operaio edile di 55 anni nel cantiere di San Giuseppe di Jesi, stamattina dopo le 7.30, ha tenuto tutti con il fiato sospeso ed ha mosso una task force di soccorsi. Sul posto sono confluiti in tempi record i carabinieri con il comandante della Compagnia di Jesi, Simone Vergari, una squadra dei vigili del fuoco con l’autoscala e un’ambulanza del 118. Tutti hanno cercato di parlare con l’operaio di origini campane, posizionato a  più di metà altezza del braccio verticale della gru issata davanti alla torre Erap in costruzione
in via Tessitori, per cercare di convincerlo a scendere ma lui si rifiutava. In particolare i carabinieri della Compagnia di Jesi si sono diretti sul solaio in costruzione della palazzina di 7 piani per avvicinare l’uomo. Comprese le ragioni del gesto, riconducibili a dei mancati pagamenti stipendiali necessari per il suo sostentamento familiare e dopo una negoziazione durata circa 40 minuti il 55enne, abbastanza agitato, ha accettato di tornare a terra, confortato dalla parole del capitano Vergari, per discutere della sua situazione lavorativa nella caserma dei carabinieri. Oltre ad evitare il peggio, l’intervento risolutivo dei carabinieri ha permesso anche di sbloccare il versamento degli emolumenti dovuti all’operaio che minacciava di suicidarsi.

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