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La Fiom sulle misure anti-Covid:
«Screening di massa
per i lavoratori metalmeccanici»

ANCONA - Il numero dei contagi sale e l'organizzazione sindacale considera fondamentale, soprattutto in questa fase, continuare ad investire sulla prevenzione e sul contenimento della diffusione del virus. Alla Prefettura invece chiede maggiori controlli sulle aziende che richiedono la cassa integrazione Covid

 

 

La curva dei contagi da Sars Cov2 continua a salire e la Fiom di Ancona chiede uno screening di massa per la collettività metalmeccanica, ritenendo fondamentale continuare a mettere in campo tutte le azioni per il contenimento del Covid 19. «Soprattutto in questa fase dove la curva dei contagi sta tornando a risalire in maniera preoccupante. – specifica in una nota la segreteria della Fiom di Ancona – Nel mese di marzo ci siamo mobilitati, troppo spesso da soli, fino ad arrivare allo sciopero generale del territorio di Ancona e la contrattazione fatta dalle nostre Rsu Rls è stata poi ripresa nei protocolli nazionali, ulteriormente migliorata in quelli aziendali ed oggi permettono alle imprese di gestire casi di coronavirus senza dover essere costretti a chiudere fabbriche ed uffici. Avevamo ragione nell’affermare che serviva uno sforzo maggiore».

La Fiom di Ancona pertanto considera fondamentale continuare ad investire sulla prevenzione e sul contenimento. «In AristonThermoGroup ed Electrolux si è giunti alla condivisione di azioni di monitoraggio con l’effettuazione di test e/o tamponi su tutti i dipendenti, su base volontaria e garantendo il rispetti della privacy delle persone, e questo deve diventare paradigma. – prosegue il comunicato – È arrivato il momento che tutte le aziende del territorio dalla cantieristica all’elettrodomestico, passando per l’automotive, tutti i comparti e tutte le filiere, si facciano carico di uno screening di massa della collettività metalmeccanica, per avere una fotografia precisa e puntuale, meglio ancora se periodica. Prevenzione e monitoraggio siano considerati un investimento, produttivo e sociale, e non un costo: dopo la valanga di denaro pubblico che è già stato utilizzato e che sarà a disposizione delle imprese, soprattutto dalle aziende pubbliche e dalle multinazionali in riorganizzazione, una parte sia restituito alle persone che hanno contribuito a tenere in piedi il Paese, anche in questa forma». Già nello scorso mese di marzo la Fiom di Ancona aveva denunciato gli utilizzi impropri della cassa integrazione Covid. Ora l’organizzazione sindacale chiede alla Prefettura «una fase di controlli su tutto il territorio, ancora più stringente, sia sull’applicazione dei protocolli che sull’utilizzo del denaro pubblico, attivando un tavolo di confronto e coordinamento con tutti gli enti ispettivi».

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