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Stop alle palestre:
«Un colpo di grazia,
il Governo ci aiuti»

ANCONA - Il grido d'allarme lanciato dagli imprenditori del Wellness dopo le restrizioni imposte dal nuovo Dpcm. Claudia Principi, titolare del brand Happiness: «Prima ci chiedono l’adeguamento e minacciano controlli, poi ci chiudono senza appello»

L’interno della Happiness Ancona

 

«Pronti a fare sacrifici ma il Governo ci aiuti veramente». È questo il grido di allarma lanciato senza se e senza ma dagli imprenditori del mondo wellness del territorio anconetano. Un settore, quello di palestre, centri fitness e centri benessere, che da anni rappresenta una delle più interessanti novità economiche del territorio con un tasso di crescita del 18% su base triennale e che ad oggi conta solo nella provincia di Ancona oltre 250 imprese e migliaia di addetti (dati CNA  Ancona). Stando alla CNA, le imprese hanno investito migliaia di euro nell’adeguamento dei propri protocolli di sicurezza anti-contagio: la chiusura nel periodo invernale può significare perdite tra il 40 e l’80% del fatturato. «È una situazione altamente destabilizzante – spiega Claudia Principi, titolare del brand Happiness, con 3 palestre in provincia di ancona e 60 dipendenti -. Prima ci chiedono l’adeguamento e minacciano controlli, poi ci chiudono senza appello. Nelle nostre attività abbiamo investito oltre 40mila euro per l’adeguamento di tutti i protocolli. E prevediamo un calo del fatturato fino al 40%. La scrupolosità nei nostri luoghi di attività è sempre stata massima, con un lavoro anche di educazione alla clientela sulle norme da osservare».

Claudia Principi

Le richieste del settore sono chiare: moratoria su mutui e sulle utenze, proroga degli affitti, cassa integrazione. «Sarebbe opportuno – conclude Claudia Principi – pensare ad un “Bonus Wellness” per la riapertura. Un beneficio economico a chi svolge attività fisica, poiché la nostra attività rappresenta un presidio salutare per le persone e quindi per tutto il sistema sanitario. Chi fa sport sta meglio di altri». «Non vogliamo morire di fame – tuona Stefano Falacchio, titolare del centro Corpus-. Ci siamo indebitati nel primo periodo di chiusura per permetterci di proseguire l’attività ed adeguarci. E in cambio abbiamo ricevuto “pochi spicci” dal Governo e dalla Regione. Capiamo che si tratta dina situazione straordinaria e siamo pronti a fare dei sacrifici. Ma come tale richiediamo contributi straordinari allo Stato».

Falcicchio della Corpus

«Incomprensibile, inaccettabile ed irricevibile il trattamento riservato ad alcune categorie economiche, espressamente palestre, bar e ristoranti e coloro che operano nel campo dello spettacolo, poiché lo stesso Primo Ministro, che qualche giorno fa con un profilo tollerante aveva esortato al rispetto dei protocolli, si è poco dopo puntualmente smentito impendendone il loro libero esercizio pur in presenza dei protocolli anticovid, in forza della presunzione che quell’ambiente o in quell’arco temporale fosse ad alto richiamo contagio da covid – interviene il direttore CNA Territoriale di Ancona, Massimiliano Santini– . La Cna si aspetta parte di chi dovrebbe trasmettere pochi messaggi, chiari ed applicabili in un contesto oltremodo complesso ed in costante evoluzione, un atteggiamento più serio, coerente e condiviso, perché diversamente faremo fatica a svolgere il nostro lavoro in maniera altrettanto responsabile, dichiarando fin da ora che, alla luce del trattamento riservato al mondo della rappresentanza, sapremo senza dubbio da che parte stare».

Santini

 

 

 

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