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«Ozonoterapia? Volpini eviti brutte figure:
attività scientifica più grande di lui»

SANITA' - Il medico bergamasco, luminare di quel tipo di terapia contro il Covid, replica all'ex presidente della commissione Sanità. Continuano le polemiche sull'annuncio fatto dall'assessore Saltamartini sull'uso dell'idrossiclorochina, art. 1 Marche: «Non si avventuri in ruoli non propri, non richiesti e che possono solo portare pericolosa confusione»

Mariano-Franzini.

Marianno Franzini

 

«Consiglio a Volpini, onde evitare ulteriori brutte figure, di lasciar perdere attività scientifiche più grandi di lui. L’evidenza dell’ossigeno-ozono terapia, frutto di uno studio eseguito in ben 15 ospedali, ha dato evidenze cliniche molto importanti». Così Mariano Franzini, medico bergamasco luminare dell’ossigeno-ozono terapia, replica alle parole di Fabrizio Volpini, anche lui dottore ed ex presidente della commissione Sanità in Regione, che aveva commentato criticamente l’annuncio dell’assessore Saltamartini sull’uso di quella terapia nelle Marche.  «Ho letto con grande stupore le dichiarazioni, probabilmente frutto della cultura della pietra filosofale di Harry Potter del dottor Fabrizio Volpini – continua Francini – il quale ignora totalmente la bibliografia sull’ossigeno-ozono terapia e sull’idrossiclorochina (forse perché è stata usata da Trump?). Ha dato di sé tutta l’evidenza della scorrettezza scientifica, ammantandola di politica. La vita delle persone non è legata alla politica, che ha già espresso oltre 40.000 morti».

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Massimo Montesi, coordinatore regionale Art.1

Ma le parole dell’assessore Saltmartini  sull’uso dell’idrossiclorochina, dell’ozono e del plasma come terapia al Covid continuano a far discutere. «Incredibili e pericolose le parole dette dal neo assessore alla sanità della Regione Marche Saltamartini – attacca Art.1 Marche –  Appare come una vera dichiarazione programmatica che più che uno scivolone è un’uscita discutibile nel merito (di cui l’Assessore non può ovviamente sapere nulla) e clamorosamente sbagliata nel metodo. Come possa venire in mente ad un neo-Assessore alla Sanità di esprimere orientamenti “suoi” su un tema così complesso e soprattutto clinico è davvero inspiegabile, e pericoloso. Soprattutto perché ognuno degli approcci da lui enfatizzati è già da tempo sotto osservazione e da tempo ritenuti non validi o ancora non validi, diciamo. Da Aifa e Istituto Superiore di Sanità. Quello di Assessore alla Sanità è un ruolo già abbastanza difficile, in una situazione così drammatica, ancora di più. Non si avventuri in ruoli non propri, sostituirsi alla comunità scientifica, non richiesti e che possono solo portare pericolosa confusione. Dia piuttosto dimostrazione, insieme alla sua maggioranza, di esserne all’altezza, cosa di cui viene da dubitare: facendo le cose che sono nelle competenze della regione, potenziando la medicina del territorio, predisponendo nuovi posti letto e sopperendo alla mancanza di personale del sistema sanitario regionale».

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