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«Nel patrimonio culturale la chiave
per far crescere insieme porto e città»

ANCONA - Lo ha detto il presidente Giampieri nel corso della conferenza online sui primi risultati del progetto internazionale Remember, che vede l’impegno congiunto di otto città portuali delle due sponde dell’Adriatico per riscoprire e trasmettere i valori di un’identità culturale comune costruita proprio attraverso la condivisione dello stesso mare

Il porto di Ancona

 

È stato Ernesto Ottone Ramìrez, Assistant Director-General, Unesco for Culture, già Ministro della cultura, arte e patrimonio del Cile, l’ospite d’onore della conferenza internazionale su “Il patrimonio culturale come leva per lo sviluppo sostenibile delle città portuali”, che si è tenuta oggi, rigorosamente on line, a cura dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale. L’evento, che ha visto una platea di circa 200 partecipanti, ha portato i primi risultati del progetto europeo Remember, finanziato dal programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia, che vede l’impegno congiunto di otto città portuali delle due sponde dell’Adriatico per riscoprire e trasmettere i valori di un’identità culturale comune costruita proprio attraverso la condivisione dello stesso mare. «L’Adriatico è una vera e propria culla che nei millenni ha permesso lo sviluppo e il fiorire di molteplici popolazioni che qui, nel punto d’incontro tra le civiltà latina, germanica e slava, hanno prosperato facendo del mare il motore principale della propria economia – ha commentato Pino Musolino, commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale -. A Venezia la fiorente economia mercantile permise, in epoca medioevale, rinascimentale e poi moderna, lo sviluppo della cultura, delle arti e dell’innovazione tecnologica, e consentì a un umile insediamento creato sull’acqua per sopravvivere allo sgretolarsi del mondo romano di divenire una metropoli capace di attrarre le élite di tutto il mondo. E quella medesima cultura marittimo-portuale che consentì la creazione dell’ ‘Arzanà dei Viniziani’, ricordato con suggestione dallo stesso Dante, rivive oggi a Porto Marghera, fucina produttiva e di servizi alimentata dalle tante realtà imprenditoriali che continuano a scommettere sulla portualità. Per celebrare questo enorme patrimonio culturale stiamo lavorando per aprire a breve un ‘Museo Virtuale del Porto di Venezia’».

Rodolfo Giampieri

Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, Rodolfo Giampieri, capofila del progetto, ha voluto sottolineare, d’altro canto, che «il patrimonio culturale dei porti ha il grande vantaggio di essere immediatamente riconoscibile da chi vive una città portuale e da chi ci lavora. Porto e città possono trovare nella dimensione culturale la chiave per crescere ancora insieme, ciascuno operando nel proprio ambito di competenza, soprattutto oggi con la condivisione dei valori della sostenibilità non più percepiti come un costo aziendale ma come un elemento di competitività, che rafforza l’identificazione negli obiettivi comuni». Un esempio di come la cultura, aggiunge Giampieri, «possa essere strumento di comprensione reciproca e sviluppo sostenibile è l’esperienza dell’apertura del Porto Antico di Ancona dopo lo spostamento delle attività operative in spazi più efficienti per le moderne esigenze della logistica. La voglia di vivere il porto, di proporre progetti imprenditoriali nuovi, un riconoscersi in questi spazi è il segno più evidente della presenza di questo patrimonio di identità e del forte legame fra la città e il suo porto». A chiudere gli interventi istituzionali il rappresentante della Regione del Veneto, Autorità di gestione del Programma Italia-Croazia, Federico Rosset – Policy officer, European Territorial Cooperation and Macrostrategies Unit, Joint Programming Department – che ha inquadrato il progetto nell’ambito della costruzione di nuovi modelli di turismo in Adriatico, ponendo in luce un ruolo chiave dei porti come osservatori privilegiati delle dinamiche turistiche, ma anche come attori delle stesse che se hanno potuto prendere coscienza delle criticità di quanto già sperimentato e possono anche impegnarsi per porvi mano.

Il sindaco Mancinelli

Entrando nel cuore del progetto, la conferenza ha dato voce al Domagoj Drazina, project manager e curatore Education del Museo Nazionale di Zara, secondo cui la sfida più ardua che si trovano a dover affrontare le realtà museali oggi è quella di coinvolgere il pubblico, facendone un fruitore attivo attraverso tecniche di interazione che consentano di «raccontare la storia insieme», catturando i feed back degli utenti per riorientare la proposta dei contenuti.

Sotto il profilo delle nuove tecnologie da mettere in campo, è stato il professor Paolo Clini, dell’Università Politecnica delle Marche, a chiarire come la «copia virtuale», come quelle prodotte nel passato, rende l’arte democratica, la rende bene comune, fruibile comunque e ovunque e con la dematerializzazione – che sostituisce il vecchio calco – porta i facsimili in molteplici realtà e dimensioni, aprendo opportunità prima inimmaginabili. Il lancio del marchio della rete culturale degli otto porti adriatici “Adrijo” è stato affidato a Guido Vettorel, responsabile Sviluppo, Promozione, Statistiche, Comunicazione e Progetti UE dell’Autorità Portuale dell’Adriatico Centrale, che ha illustrato le logiche di rete e di racconto comune che caratterizzeranno la piattaforma digitale che conterrà tutte le otto esperienze immersive. A concludere i lavori l’intervento di Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona, delegata Anci per le città-porto, che tra i molti spunti ha evidenziato come il “core” del progetto Remember, ossia la ricostruzione di un’identità comune, sia di estrema urgenza oltre che di scottante attualità, dato che i repentini cambiamenti che stiamo vivendo uniti alla costante corsa delle innovazione tecnologiche, sono fattori destabilizzanti che rischiano di far perdere il legame con le proprie radici e generare crisi non solo economiche, ma anche sociali, cui va data risposta e il progetto di cui si è discusso è un forte tentativo di rispondere.

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