facebook rss

Superiori chiuse fino al 31 gennaio,
presidio bis sotto la Regione
«Acquaroli ritiri l’ordinanza»

ANCONA - Ancora un sit-in all'esterno di Palazzo Raffaello da parte del comitato regionale Priorità alla Scuola per far tornare studenti e insegnanti sui banchi l'11 gennaio. Lanciata una petizione online per far revocare al governatore la decisione presa due giorni fa

Il presidio in Regione

 

di Giampaolo Milzi

Il comitato Marche di Priorità alla Scuola (Pas) non molla, e dopo il presidio dell’altro ieri sotto Palazzo Raffaello ad Ancona, quartier generale della Giunta regionale guidata da Acquaroli, ecco il bis di stamattina. E’ come se una virtuale Befana fosse atterrata di fronte all’ingresso della sede del massimo ente locale scaricando dalla sua calza circa 700 firme di professori, studenti e genitori di studenti. Firme “al carbone” (la raccolta è iniziata appena ieri) per il presidente della Giunta regionale, firme che nella piattaforma web Avaz stanno aumentando vorticosamente per chiedere ad Acquaroli «di ritirare l’ordinanza che prolunga nelle Marche la didattica a distanza al 100% fino al 31 gennaio (come in Friuli e in Veneto) nelle medie superiori e di garantire il rientro in classe dei ragazzi dall’11 gennaio come stabilito dal Consiglio dei ministri» come si legge nella petizione on line. «Il margine perché Acquaroli faccia retromarcia c’è, che la faccia subito. – hanno detto al microfono alcuni portavoce del PaS, assieme ad una trentina di manifestanti -. Il governatore ne fa una questione di numeri, parametri scientifici, ma in realtà la sua è una scelta demagogica».  «Stamattina prima di venire qui sono stato a fare dad coi liceali del “Galilei” di Ancona – ha detto il prof Valerio Cuccaroni – e per strada ho visto bar e ristoranti aperti. Ebbene, il diritto allo studio, che è di livello costituzionale, “è chiuso”, e questa Regione pensa di rappresentare così lo Stato?» Sull’indice Rt e la presunta volontà di cambiare i parametri per assegnare i colori alle regioni: «Dati e parametri, peraltro confusi e altalenanti, che lasciano il tempo che trovano. La verità è che le persone si possono contagiare ovunque – ha detto una professoressa – non ci prendano in giro». A darle manforte, una collega che insegna alle primarie: «Ecco, alle elementari, alle medie inferiori si è dato un virtuoso esempio. Fino ad ora tutto si è svolto nella massima igienizzazione e sicurezza, i ragazzini e i bambini sono cresciuti dal punto di vista civico, hanno imparato con noi le regole». L’Istituto Superiore della Sanità ha reso noto che fino ad ora l’apertura delle scuole elementari e secondarie di primo grado ha influito sull’incidenza dei contagi solo per il 2% e, sempre in base ai suoi dati, che ogni scuola, laddove sono garantite le misure di prevenzione, è un luogo sicuro. «Quindi quella inflitta agli studenti delle medie superiori è una discriminazione bella e buona, che cancella il loro diritto allo studio e li distrugge psicologicamente», ha detto la maestra delle primarie. «Gravissimi i problemi causati nel oro percorso di educazione e crescita», ha aggiunto la docente di Fisica Erica Piga, dell’Istituto “Cambi Serrani” di Falconara Marittima. Quasi in lacrime la mamma di una studentessa del liceo classico ”Perticaroli” di Senigallia: «Mia figlia non parla più, si è chiusa in sé stessa, fa il quinto anno, con che animo si appresta a scegliere un percorso universitario?» «L’isolamento e la scuola a distanza sono una condizione pericolosa per la salute mentale degli studenti che sono a serio rischio depressivo e di ritiro sociale. Sono infatti cresciuti i casi di disagio psicologico tra i giovani e i casi di abbandono scolastico», si legge nella petizione di PaS.

La protesta ad Urbino

 

Tra le proposte alle istituzioni competenti – oltre al rilancio di quella per consentire il rientro già l’11 gennaio anche con corsi di sostegno il pomeriggio – l’invio di personale alle fermate dei bus perché gli studenti vi salgano in modo distanziato e ordinato e il rafforzamento del trasporto pubblico per e dalle scuole come già concordato prima di Natale coi prefetti. «Non si capisce perché le scuole, anche quelle superiori, non sarebbero state trattate come il comparo sanitario – ha sottolineato Michele Ilari, medico dell’ospedale “Salesi” di Ancona. Il diritto allo studio non vale meno di quello alla salute». E ancora, la petizione del PaS chiede «che venga avviato uno screening, periodico e su base volontaria, dedicato a tutta la comunità scolastica (docenti, ATA, studenti) come già altre Regioni stanno facendo (Abruzzo, Basilicata, Toscana, Piemonte…) e che il personale scolastico ad alto rischio sia considerato prioritario nella fase 1 dell’agenda vaccinale». Mentre ad Ancona il PaS gridava al microfono le sue ragioni, ad Urbino è andata in scena una eclatante protesta degli studenti del liceo artistico. Hanno invaso il cortile della scuola e fatto lezione autogestita lì, “a distanza ravvicinatissima”, reclamando anche il diritto, stabilito dal Governo, di poter svolgere regolarmente i laboratori in presenza.

Riapertura scuola in presenza, nuova mobilitazione del PaS

Superiori chiuse fino al 31 gennaio, presidio sotto la Regione «Ci hanno tolto un pezzo di felicità»

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X