di Martina Marinangeli (foto di Giusy Marinelli)
Almeno mille persone sono scese in piazza, oggi in centro ad Ancona, per ribadire ancora una volta, con striscioni e slogan, che «la legge 194 non si tocca». Una mobilitazione partecipata e trasversale che ha fatto seguito alla decisione della giunta Acquaroli di non permettere la somministrazione della pillola RU486 nei consultori. Posizione a cui hanno fatto da contorno le parole del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli che ha citato la sostituzione etnica, collegandola alla denatalità.
Una combo che ha scatenato aspre critiche e che oggi ha portato oltre 70 sigle da tutta la regione – tra partiti, sindacati, gruppi studenteschi associazioni tra cui Anpi ed Arci – in piazza Roma per dire «Stop a questa deriva oscurantista». Tra i partecipanti anche la deputata del Pd Laura Boldrini, secondo cui «fa un bruttissimo effetto tornare ad Ancona quando c’è una minaccia ai diritti ed all’autodeterminazione delle donne. E si rimette in discussione anche l’antifascismo, valore costituzionale. Mi fa perciò piacere vedere questa piazza piena di gente, uomini e donne che non ci stanno. Persone democratiche che vogliono reagire a quella che sta diventando una deriva. Le Marche non possono diventare il laboratorio di un tentativo di sopprimere le libertà civili che ci siamo guadagnati a carissimo prezzo: bisogna dire no. La legge 194 è ottima, ma in molte regioni italiane, comprese le Marche, non viene applicata a causa dell’obiezione di coscienza ed ora, a questo si aggiunge il no alla pillola RU486 nei consultori. Vogliamo ritornare ai tempi dell’aborto clandestino?». Tanti gli interventi dal palco improvvisato in piazza Roma, tra cui quello della consigliera regionale dem Manuela Bora, che ha ricevuto qualche contestazione al grido di «Sanità pubblica». Sebbene il Pd si sia fatto portatore della battaglia in difesa della 194 a Palazzo Leopardi, c’erano diversi striscioni critici, uno dei quali equiparava l’attuale governatore al suo predecessore: «Ceriscioli tagliava la sanità, Acquaroli taglia le libertà». Nel mirino della contestazione, però, c’è l’esecutivo che ora siede a Palazzo Raffaello, a cui la piazza ha rivolto il monito «Giù le mani dai diritti». Tra le persone intervenute sul palco anche Daniela Barbaresi, segretaria regionale Cgil. Testimonianze anche dagli universitari di Gulliver, Rete degli studenti medi e Officina universitaria.
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