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Si torna a somministrare AstraZeneca:
«Ora serve vincere il timore
legato a questo tipo di vaccino»

ANCONA - Lunghe file questa mattina all'esterno del centro Paolinelli della Baraccola per somministrare le prime dosi del siero bloccato a inizio settimana dall'Aifa e poi 'riabilitato'. La dottoressa dell'Asur Patrizia Marcolini: «Per come ho potuto vedere, solo un paio di persone hanno rifiutato la vaccinazione»

Vaccinazioni al Centro Paolinelli

di Alberto Bignami (foto di Giusy Marinelli)

Quella di oggi, al centro vaccinale Paolinelli alla Baraccola, è stata una giornata diversa dalle altre dopo la ripresa a pieno regime dell’inoculazione della prima dose di AstraZeneca.
«Diversa perché chiaramente le persone – ha spiegato la dottoressa Patrizia Marcolini, medico dell’Asur Area Vasta 2 – hanno molto timore visto tutto il rumore che c’è stato attorno a questo vaccino: prima con l’allargamento delle categorie, poi con i casi sospetti correlati con la vaccinazione. Dunque, le persone hanno molto timore». Ma c’è gente che questa mattina non si è presentata o che è stata rimandata a casa? La dottoressa spiega che «a occhio, rispetto a ieri (alcune dosi di AstraZeneca sono state somministrate nel pomeriggio, ndr), si sono presentate quasi tutte le persone prenotate. Un paio, nella mia esperienza, hanno rifiutato e un paio avevano patologie tali per cui era più indicato il Pfizer ma in questo momento, per la prima dose, non è disponibile». Dunque, il compito dei medici che man mano accolgono le persone prenotatesi per il vaccino è diventato anche quello di «convincere che il vaccino è da fare, ovviamente valutando ogni caso singolo ma, soprattutto, vincere i timore legati al tipo di vaccino, piuttosto che al vaccino stesso». Armati di cartelle mediche, accompagnati per lo più dai figli, gli anziani si siedono al tavolino per un colloquio medico ed ecco che se prima le file scorrevano velocemente, adesso hanno un ‘intoppo’ in più dato che AstraZeneca viene somministrato anche agli over 80, ma solo in assenza di determinate patologie. Altrimenti, la via obbligata a Pfizer, attualmente disponibile solamente per i richiami. «I tempi, rispetto a prima – riprende  la dottoressa – si sono allungati poiché  c’è da controllare in maniera scrupolosa la scheda anamnestica della persona che deve vaccinarsi e che viene portata al momento, tant’è che si continua a vaccinare anche in quello che sarebbe l’orario di pausa pranzo».

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