di Gabriele Censi
«Il commissario Legnini ci ha passato la palla e ora tocca a noi». Il rettore Unicam Claudio Pettinari definisce quella di oggi una giornata storica. La seconda fase della ricostruzione, con lo sblocco e l’accelerazione delle opere pubbliche grazie ai poteri straordinari in deroga, parte proprio con l’Università di Camerino e un piano di recupero unitario che aggiunge soldi, strutture e servizi. Dai 19 milioni già stanziati ora si è passati a oltre 40 milioni di euro per sette progetti nel centro storico di Camerino tra cui il simbolo dell’università: Palazzo Ducale. Si andrà per step e partendo dal quadriportico in due o tre anni si avranno le prime riaperture.
La riunione a Unicam. Da destra: il sindaco Sandro Sborgia, il commissario Giovanni Legnini, il rettore Claudio Pettinari, l’assessore Guido Castelli e il pro rettore Graziano Leoni
L’ateneo, le cui strutture hanno subito molti danni a causa del sisma del 2016, ha comunque visto crescere in questi anni il numero degli studenti, e oggi è il destinatario della prima ordinanza speciale varata dal Commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini d’intesa con i governatori e i sindaci delle quattro regioni colpite dal sisma. Un’ordinanza “su misura” che dà per la prima volta attuazione al decreto “semplificazioni” del 2020, che attribuisce al commissario il potere di realizzare interventi e opere urgenti e particolarmente critiche in deroga alla normativa vigente, salvo ovviamente quella penale e di tutela dei beni culturali. Le Ordinanze Speciali di prossima emanazione riguarderanno i centri storici maggiormente colpiti, a partire da Amatrice e dalla stessa Camerino.
Intanto si parte con l’Ordinanza per l’Università, considerata strategica vista l’importanza per la città e il territorio (dà lavoro a 1.350 persone), ed il suo impatto sulle attività economiche ed imprenditoriali di tutta la regione, firmata oggi dal Commissario proprio a Camerino, davanti al rettore Claudio Pettinari e all’assessore regionale alla Ricostruzione, Guido Castelli, e al sindaco Sandro Sborgia. Oltre al rinascimentale Palazzo Ducale dei Varano, sede dell’ateneo e fino a quattro anni fa il vero cuore della città il programma prevede prevede il recupero quasi immediato, entro un anno, del Polo Studenti, le ex Magistrali, e del Palazzo Ribechi, funzionali all’alloggio degli studenti, poi la sistemazione di Palazzo Varano, del collegio Fazzini, di palazzo Battibocca, del San Domenico, del Granelli.
«Un segnale forte per tutto il territorio, non abbiamo dimenticato i nostri edifici storici perchè il nostro obiettivo è crescere», ha detto ancora il rettore Pettinari. «Le ordinanze speciali arriveranno ora per i centri storici maggiormente distrutti, ci sono strutture e strumenti per accelerare con un impianto che consente di andare avanti più velocemente», ha spiegato il commissario Legnini. «Un passo fondamentale di accelerazione che porta con sé l’occasione di creare le condizioni perché l’economia di questo territorio possa tornare a crescere. La ricostruzione è un dovere della Repubblica, lo ha detto anche il presidente Mattarella», sono le parole del sindaco Sborgia. «Si tratta di una convergenza delle quattro regioni colpite – è intervenuto l’assessore regionale Guido Castelli – perché la ricostruzione del cratere non è solo una questione regionale ma di tutta l’Italia, un grande segnale di coesione».
Definito insieme alla stessa Università e all’Ufficio speciale della ricostruzione Marche, guidato da Stefano Babini, il programma sarà affidato al sub commissario Gianluca Loffredo, ed il soggetto attuatore degli interventi sarà lo stesso ateneo. Le deroghe alla normativa generale saranno sfruttate per accelerare al massimo la realizzazione delle opere. Ci sarà l’affidamento diretto degli appalti dei servizi, compresi quelli di ingegneria, architettura e di progettazione, sotto la soglia comunitaria di 214mila euro, ma anche per l’esecuzione dei lavori sul polo Studenti e Palazzo Ribechi. Per gli incarichi di progettazione e la realizzazione delle opere di importo maggiore ci sarà la procedura negoziata. L’Ordinanza prevede il ricorso anche ad altri meccanismi e a nuove procedure, in alcuni casi in deroga, sempre per assicurare una maggior speditezza al programma di ricostruzione. Unicam potrà ad esempio mettere a gara direttamente il progetto definitivo, o inserire nei capitolati il doppio turno di lavorazione, così come gli esecutori delle opere potranno derogare ai limiti dei subappalti. E’ poi previsto un meccanismo di bonus/malus sui tempi di consegna dei lavori, con penali e premi per ritardi e anticipi, e viene istituita una Conferenza dei Servizi Speciale per acquisire tutti i pareri e le intese delle amministrazioni interessate, ad esempio sui vincoli culturali o ambientali, ma anche in questo caso con tempi ristretti, al massimo trenta giorni.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati