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«Pandemia, i giovani
non devono diventare
il capro espiatorio»

OSIMO - Il consigliere leghista Alberto Maria Alessandrini Passarini osserva che «dopo un oltre un anno di restrizioni e privazioni soprattutto a scapito dei ragazzi, sarebbe opportuno tornare ad essere più umani evitando invettive anche sui social»

Alberto Maria Alessandrini Passarini

 

 

«Incredibile, ieri sera alle ore 22,30 quindi orario in cui era in vigore il coprifuoco, in via Montefanese, strada che da Osimo conduce al Padiglione, passaggio di ragazzini su skate-board al centro della strada..Ma i genitori dov’erano?» Il post pubblicato sul un gruppo di discussione Facebook stamattina ha innescato il dibattito social tra gli osimani alzando un coro di innocentisti e colpevolisti. Molti hanno interpretato il gesto come un’imprudenza che oltre a violare le regole sarebbe potuta finire male al passaggio dei mezzi in transito sulla provinciale. Altri hanno trovato come scusante lo stress provocato dalla pandemia soprattutto sui più giovani che in questi lunghi mesi, tra didattica a distanza e restrizioni nelle zone rosse, hanno visto ridotte tutte le occasioni di socializzare. Ad affrontare il tema divisivo è stato anche il consigliere comunale Alberto Maria Alessandrini Passarini. Il rappresentante della Lega Marche nella Sala Gialla che è un under30. E’ tornato pertanto a chiedere di «non usare i ragazzi come capro espiatorio. Fra le centinaia di discussioni che ascoltiamo o leggiamo, circa l’attuale emergenza pandemica una è sempre costante, il comportamento dei più giovani. Non passa giorno, infatti, senza che qualcuno lanci la sua quotidiana invettiva contro qualche ragazzo colpevole di aver “attentato” alla salute pubblica. E di solito, tali pericolosissimi comportamenti , si tradurrebbero nell’essere stati visti giocare a pallone con altri tre amici in un parchetto dietro casa, aver “osato” prendere un aperitivo all’aperto o magari essere visti passeggiare in campagna a km da altri essere viventi ma con la mascherina in mano e non sul volto. Non parliamo poi di chi abbia poi avuto l’ardore di farsi vedere rientrare a casa qualche minuto dopo il coprifuoco… (oggi la più incomprensibile fra le cure che ci sono state imposte)». Messa da parte l’ironia, Alessandrini ricorda che «dopo un oltre un anno di restrizioni e privazioni (soprattutto a scapito dei più giovani) sarebbe opportuno tornare ad essere più umani. – sottolinea nel suo comunicato – Le legittime e comprensibili paure di alcuni non possono tradursi in prepotenti imperativi etici con i quali ergersi a paladini della morale. Si rispettino, giustamente, le tante regole imposteci ma non ci si scagli nei riguardi di chi, rispettando quelle stesse norme, tenta di tornare a vivere un’esistenza “normale” Anche perché se è vero che l’emergenza sanitaria ha colpito in primo luogo i più deboli è altrettanto vero le ripercussioni educative, sociali e formative che le nuove generazioni stanno subendo hanno un peso probabilmente equiparabile, se non addirittura maggiore».

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