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Arbitri minacciati
e sassi contro la loro auto:
cinque ultras condannati

ANCONA - La terna dei fischietti era stata inseguita da un gruppo di tifosi fidardensi lungo l'autostrada al termine della partita Castelfidardo-Pineto, terminata 2-2. Il tabellino parlava di quattro espulsioni e sette ammonizioni

Foto d’archivio

 

Terna arbitrale inseguita in A14, minacciata e con l’auto presa a sassate. Sono queste le contestazioni che hanno portato un gruppo di otto tifosi del Castelfidardo calcio sul banco degli imputati con le accuse di minacce aggravate e getto pericoloso di cose. I reati sono riconducibili all’episodio avvenuto nel pomeriggio del 16 ottobre del 2016, al termine della partita di serie D tra il Castelfidardo e il Pineto. Un match concitato, terminato 2-2 e con quattro espulsioni e sette ammonizioni. Il cartellino rosso era arrivato anche per l’allenatore della squadra di casa e per il suo vice, nonché per due giocatori biancoverdi. Questa mattina, il tribunale di Ancona ha condannato cinque imputati e ne assolti altri tre. Le pene vanno da un anno e un mese di reclusione a un anno e tre mesi di reclusione. Gli imputati condannati hanno tra i 27 e i 31 anni, quasi tutti residenti nella città delle fisarmoniche. La terna arbitrale non era parte civile. Stando a quanto ricostruito dalla procura, è con due auto che gli ultras – una volta usciti dallo stadio – si erano posti all’inseguimento dei tre arbitri, raggiungendoli lungo l’A14, subito dopo il casello di Loreto-Porto Recanati. Le accuse parlavano di lanci di sassi contro la vettura dei fischietti e del gesto simulato del taglio della gola. Erano stati i carabinieri della stazione di Castelfidardo a condurre le indagini, stringendo il cerchio attorno agli otto supporters. Il gruppo era difeso dagli avvocati Paolo Mengoni, Elisa Gatto ed Ennio Tomassoni. Hanno respinto le accuse. Le motivazioni della sentenza tra 60 giorni.

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