Ennesimo colpo di scena nell’inchiesta delle cosiddette “Spese facili” del Consiglio regionale. Questo pomeriggio la Corte d’appello di Perugia ha condannato per peculato l’ex governatore delle Marche Gian Mario Spacca e l’ex vice presidente dell’assemblea legislativa e consigliere Pdl Giacomo Bugaro. Si procedeva con il rito abbreviato. Per il primo è stata decisa una pena di un anno e otto mesi di reclusione, per il secondo un anno e mezzo. A entrambi è stata riconosciuta la sospensione condizionale della pena. Sono stati condannati solamente per alcuni capi d’accusa: altri sono stati dichiarati prescritti (si partiva addirittura dal 2008). La Corte d’appello di Perugia ha assolto l’ex segretario regionale del Pd Francesco Comi e l’ex addetto al gruppo Pd Oscar Roberto Ricci.
Non doversi procedere per l’ex capogruppo di Sel Massimo Binci, venuto a mancare lo scorso luglio. Per tutti gli ex rappresentanti del Consiglio regionale, l’accusa era aver ottenuto i rimborsi per spese non considerate istituzionali o, comunque, non adeguatamente giustificate. I quattro finiti a Perugia erano stati assolti in primo grado dal tribunale di Ancona. Un’assoluzione confermata poi dalla Corte d’Appello del capoluogo dorico. E’ stata la procura generale a proporre il ricorso per Cassazione. Nel febbraio 2020, i giudici di Roma hanno deciso di annullare i verdetti assolutori e predisporre un altro processo, a Perugia. Questo pomeriggio, le sentenze di condanna, limitate solamente ad alcuni capi d’accusa: tre per Bugaro, cinque per Spacca. A quest’ultimo, la Corte ha riconosciuto somme investite nella ristorazione, nell’acquisto di periodici e per l’acquisto di pacchetti di messaggistica (tra queste ultime due voci, circa 20mila euro). In riferimento a Bugaro, la condanna è arrivata per meno di 4mila euro di somme legate a spese postali o relative a convegni. Entrambe le difese – gli avvocati Maurizio Barbieri per Bugaro e per Alessandro Gamberini per Spacca – hanno già riferito di ricorrere in Cassazione, dopo la lettura delle motivazioni, attese tra 90 giorni. «La sentenza ci lascia un po’ esterrefatti – ha detto Gamberini – non si comprende perchè parliamo di messaggistica e della distribuzione di riviste dove c’erano articoli che parlavano di iniziative istituzionali». «Eravamo sicuri di aver dimostrato che ogni spese è stata fatta nell’interesse istituzionale. Non capiamo la sentenza, ma non possiamo entrare nel merito fino a che non leggeremo le motivazioni». Ricci era difeso dagli avvocati Giacomo Curzi ed Ekaterina Piazzolla, Comi dal legale Marina Magistrelli. Al tribunale di Ancona è in corso il dibattimento per peculato di 55 ex consiglieri regionali che hanno scelto di procedere con il rito ordinario.
(servizio aggiornato alle 19)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati